02/05/2017

Omofobia: si lavora in pace solo col placet della Gaystapo

L’Osservatorio della Nuova Bussola Quotidiana  ci comunica che la lista delle grandi imprese che si proclamano gay friendly – e che quindi mai potranno essere accusate di omofobia – si va allungando.

Avevamo visto qui  che da Ikea, a Microsoft, da Barilla a Google, a Barclay, a TIM, già da un anno molte aziende che operano in Italia avevano aderito all’associazione Parks e avevano vinto il “bollino blu”, il “Diversity Index”, un premio istituito dalla stessa Parks, per evidenziare le loro politiche aziendali gay friendly.

Apprendiamo dalla NBQ che tra le new entry in questa associazione “anti omofobia” abbiamo anche Roche, IBM, Deutsche Bank, Costa Crociere, ING, Pfizer, Gucci, BNL e pure la Banca d’Italia.

Aderire a Parks, per non essere accusati di omofobia

Dice la Bussola: «In breve Parks ti insegna a non avere problemi con l’Arcigay e quindi a non subire boicottaggi commerciali. Ti insegna a rigare dritto» Evita di essere accusati di omofobia e di finire nel mirino di quella che chiamiamo ironicamente la  Gaystapo: la psico-polizia che si avvale anche di Parks «il più potente network di moral suasion LGBT in Italia nel mondo lavorativo».

Il gruppo dirigente anti – omofobia di Parks

Il presidente di Parks è l’onorevole Ivan Scalfarotto, «parlamentare che aveva proposto un disegno di legge contro la libertà di pensiero... Nel comitato scientifico, tra gli altri, Concita De Gregorio, ex direttrice dell’Unità, Chiara Lalli, scrittrice a favore di aborto e omosessualità, Anna Puccio, professore a contratto di un corso di ”Gender justice” (sic) all’Università degli Studi di Milano, Donatella Sciuto, prorettore del Politecnico di Milano», insomma, evidenzia la NBQ che l’associazione è condotta da personaggi di alto prestigio morale e culturale: certamente non si rendono conto di essere strumenti della Gaystapo ...

Omofobia, giuste e ingiuste discriminazioni

Sul sito della Parks si legge che essa è volta a  “costruire un posto dove il successo di ciascuno si fonda esclusivamente sul proprio talento, la capacità e la qualità delle prestazioni lavorative e non ha nulla a che fare con caratteristiche personali quali il genere, le abilità, l’età, l’origine etnica, l’orientamento sessuale o l’identità di genere”.

Avevamo già scritto che tutto ciò è condivisibile al 90%. Ci permettiamo qualche dubbio sulla discriminazione delle abilità: un contabile che non sappia far di conto, un sarto che non sappia cucire, un disegnatore che non sappia disegnare, penso proprio che debba essere discriminato sul posto di lavoro. O no? E anche sull’età, oggettivamente, necessariamente, qualche giusta discriminazione in relazione al lavoro che si deve svolgere e all’esperienza necessaria, sarà da fare. O no?

Evidentemente, come dice la NBQ, «dietro il pretesto di combattere le discriminazioni, si offrono corsie privilegiate alle persone LGBT dal momento che – ad esempio – non promuovere un dipendente omosessuale perché incapace potrebbe venire letto come atto discriminatorio. Quindi questa associazione vuole coprire con l’immunità gay i lavoratori. ...  Viene da sospettare che la mission di Park alla fine sia quella di offrire protezione in cambio del pizzo: che le persone LGBT siano sempre più una casta e che vengano insediate nelle nella stanza dei bottoni del mondo imprenditoriale italiano».

L’omofobia, Orwell e il bis – pensiero

E’ la solita dinamica orwelliana: dapprima si invoca la rivoluzione perché “tutti gli animali sono uguali“. Poi si aggiunge la scritta (vedi foto) “ma alcuni sono più uguali degli altri“.

Un capolavoro del “bis-pensiero” – per restare in ambito orwelliano: l’accusa di omofobia, che è percepita da molti come odio nei confronti della minoranza LGBTQIA(...) è in realtà lo strumento privilegiato per realizzare l’ingiusta discriminazione di chi non si adegua all’ideologia dominante.

Redazione 


 

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