09/02/2016

Omosessualismo a suon di canone: Elton John a Sanremo

La RAI, che dovrebbe fornire un servizio pubblico imparziale, sembra essersi fatta portavoce dell’omosessualismo e di tutto quanto ad esso connesso (unioni gay, omogenitorialità, utero in affitto...). Il tutto, ovviamente, con i soldi dei cittadini che pagano il canone.

Oltre a mandare in onda da mesi film, fiction e pubblicità chiaramente in favore dell’omosessualismo, ha infatti ora reso noto che uno degli ospiti del prossimo Festival di Sanremo sarà il controverso cantante Elton John. Una scelta che, come evidenziato anche da Il Corriere della Sera, non lascia spazio ad equivoci: “Festival delle Canzoni, ma anche Festival delle Unioni (civili). Il tema è sullo sfondo ma anche sul palco, visto che pronti via martedì ci sarà Elton John, bandiera dei diritti gay grazie alla sua vita privata diventata pubblica: con suo marito David Furnish ha due bambini da madre surrogata“.

In merito a questa decisione, il portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, Massimo Gandolfini, ha scritto una lettera aperta ai vertici della Rai, chiedendo che il Festival più amato dagli italiani non si trasformi in un bieco stratagemma per propagandare – neanche troppo velatamente – l’omosessualismo, e influenzare quindi l’opinione pubblica anche rispetto alla discussione politica attorno al ddl Cirinnà. Un disegno di legge che – come abbiamo già avuto modo di sottolineare, svelandone gli imbrogli – mira ad equiparare le unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio, che priva i bambini della mamma e del papà e che apre all’utero in affitto. E che, in quanto tale, è da abolire nella sua interezza.

televisione_omosessualismo_gender_indottrinamento_via_tv_e_in_orari_protettiDi seguito la lettera aperta a firma di Gandolfini.

 Stimata Presidente e Stimato Direttore Generale,

in occasione del prossimo Festival di S.Remo è prevista la partecipazione del noto cantante Elton John. Le qualità artistiche dello stesso sono universalmente riconosciute e condivise, ma chiediamo fermamente che ci si limiti alla sua performance canora, evitando accuratamente che si trasformi in un comizio a favore dell’omogenitorialità o in uno spot pubblicitario delle cosiddette “famiglie arcobaleno”. A maggior ragione, in questo momento delicatissimo per il nostro Paese, essendo in discussione in Senato un ddl che riguarda proprio le unioni fra persone di pari sesso e l’omogenitorialità.

Come Loro ben sanno, il servizio pubblico deve rispettare la sensibilità del popolo italiano e, sul tema, ogni sondaggio documenta la netta contrarietà culturale dei nostri concittadini. Il servizio pubblico non può essere strumento di parte: ci si astenga pertanto dallo schierarsi da una parte particolare.

Nel formulare questo auspicio – peraltro dettato da laico principio di democratica par-condicio – è opportuno sappiate che seguiremo attentamente l’evento, denunciandone, se necessario, eventuali illecite prevaricazioni. La mancanza di contradditorio rende inaccettabile anche una sola parola a favore di una parte.

Redazione

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