18/02/2016

Omosessualismo come marxismo, ideologia contro legge naturale

Ci avevano spiegato che il comunismo era morto con lo scioglimento dell’Unione Sovietica e che l’ideologia marxista era crollata davanti alla realtà dell’homo economicus, realtà che mette in luce il fatto che un essere umano non cerca il benessere collettivo ma tende a coltivare il suo tornaconto personale.

Il marxismo è stato sconfitto perché ha voluto ignorare questa regola basilare che è impressa nel cuore dell’uomo e che nessuna legge umana potrà mai cancellare.

Ora il marxismo ha cambiato volto e torna a riproporre il suo schema collettivista in un’altra Unione, quella Europea. Abbandonate le teorie economiche, perché sconfitte da quella natura umana che non cambia nel corso della storia, le teorie collettiviste cercano di riaccreditarsi sotto il manto dei diritti, non più umani, quelli garantiti per il semplice fatto di essere degli esseri umani – troppo poco – bensì i nuovi diritti civili, quelli che devono essere creati dal diritto positivo emanato dalla politica. Il nuovo collettivismo si deve formare attorno ai “diritti” della comunità LGBT, che è stata bistrattata nel corso dei secoli ed è in cerca di riparazione per i torti subiti.

omosessualismo_madre e bambinoCi sia permesso di dire che questa volta il collettivismo marxista si scontra con una realtà ancora più radicale e primitiva dell’essere umano. Se il bambino impara presto a dire “mio”, proteggendo con energia un bene che qualcuno vorrebbe sottrargli, le prime parole che gli escono dalla bocca sono mamma e pappa. Il cucciolo d’uomo non ha esperienza alcuna della vita ma ha già chiare due priorità: la mamma che gli ha dato la vita e gli è indispensabile così come la pappa. Una volta assicurata l’esistenza con la mamma e con la pappa, passa subito al “mio”, poi arriverà anche il turno di papà.

Mamma, pappa, mio, papà … sono le radici inestirpabili dell’essere umano.

Come si può pensare di eliminare, per legge, la mamma dalla vita di un bambino e credere che sia un bene? Perché l’idea di affidare un bambino ad una coppia gay altro non è se non il privare, per legge, un bambino della sua radice primordiale. Come può una tale barbarie essere anche solo ipotizzata (e tutelata), da parte di uno Stato? Lo stesso vale anche per le lesbiche. Anche se l’impatto è meno forte perché è almeno preservato quel legame primordiale con la madre, manca sempre una componente della realtà dell’essere umano, quel padre bistrattato che il mondo post-moderno vorrebbe cancellare non appena usato, quello che serve per la procreazione che ha ancora bisogno della polarità maschile e femminile.

Eppure questo è il “progresso” verso il quale l’Europa ci vuole orientare tutti insieme, collettivamente, secondo i dettami della rinnovata liberté, égalité e fraternité.

“E’ sbagliato” dicevano i cartelli al Circo Massimo. E’ sbagliato e non può esserci il diritto di fare le cose sbagliate.

Bisogna avere il coraggio di dire la verità: tutto ciò che l’Unione Europea ci vuole imporre nel campo dell’ingegneria sociale è sbagliato perché va contro l’essenza stessa dell’essere umano. Il diritto ad avere una madre e un padre è una esigenza ancora più basilare e profonda del diritto alla proprietà privata.

L’ingegneria sociale del collettivismo marxista, che ricorda molto da vicino l’uomo nuovo nazista, è destinata al fallimento perché va contro la natura primordiale dell’essere umano.

Tra tutti gli errori che il comunismo ha cercato di propagandare, quello attuale è il più vile perché cerca di nascondere e giustificare la responsabilità individuale nel mare indefinito della volontà collettiva, nel settore più sacro che è quello della vita e della famiglia.

La Rosa Bianca

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