08/01/2016

Omosessualismo? Zalone preferisce il buonsenso

Che ci azzecca l’omosessualismo con Checco Zalone? Molto. Sì, perché il comico che in questi primi giorni del 2016 sta sbancando i botteghini con Quo Vado? non è di certo uno dei personaggi più graditi dalle lobby gay... semplicemente perché segue il buonsenso.

Anche nel suo ultimo film, come già nei precedenti, il comico ha dedicato qualche battuta al mondo omosessuale, e finanche all’ideologia gender. Riguardo il primo aspetto, colpisce la semplicità – in un mondo che altro non è che un’enorme dependance dell'”Ufficio Complicazione Cose Semplici” – con cui nel film si afferma che due uomini non possono avere figli e il fatto che la relazione lesbica avuta dalla protagonista femminile venga definito un “periodo di confusione”. In merito all’ideologia gender, invece, gli spettatori più attenti non si saranno fatti sfuggire la citazione del “Paradosso Norvegese” (ne avevamo parlato qui), che va a sfatare il mito secondo il quale il sesso maschile e quello femminile sarebbero vittime, nel loro modo di comportarsi, di stereotipi culturali privi di fondamento.

Già nel film Cado dalle Nubi, Zalone non si era fatto remore nell’affermare – nella canzone “Gli uomini sessuali” – la sua posizione circa l’omosessualità, così come in un’intervista rilasciata a Vanity Fair nel 2011 (riportata da Lezpop.it), nella quale aveva affermato: “[...] non ammetto l’idea che una coppia omosessuale possa adottare un bambino“. Frase limpida, senza possibilità d’interpretazioni, e che ha suscitato le ire del mondo gay.

Come mai Checco Zalone sta avendo così tanto successo? Forse perché, come ha notato Roberto Marchesini su La Nuova Bussola Quotidiana, “quella di Checco Zalone è un’operazione nostalgia. Non nel tempo, ovviamente: i suoi film sono incastonati nell’attualità. Un’operazione nostalgia che riguarda un modo di vivere, tipicamente italiano, che non esiste più; ma che tutti (ammettiamolo) ricordiamo con struggimento. Checco vive in un mondo tutto suo, fatto di famiglia (la mamma che cucina, la vecchia zia alla quale si può chiedere di tutto...), di lavoro (ma non troppo), di relazioni, di amicizie. [...] Un mondo nel quale gli africani hanno l’anello al naso e la sveglia al collo, dove si ride di animalisti, vegani, guru, omosessualisti, manager, terzomondisti...“.

omosessualismo_famiglia_empoli_gayInsomma, Zalone piace perché usa il buonsenso. Prima delle ideologie, prima del politically correct, prima delle mode sempre diverse... c’è il cuore dell’uomo.

Zalone, nella sua semplicità, è libero da qualsiasi vincolo. E questo è il sogno di tutti, inutile negarlo. Tuttavia per essere capaci di “uscire dagli schemi” occorre avere il coraggio di accettare la natura umana limitata e ferita – ma così perfetta e stupenda! – che ci caratterizza: siamo uomini (XY) o donne (XX); siamo fatti per unirci con persone appartenenti al sesso opposto; siamo predisposti a costruire relazioni stabili e durature (la famiglia); siamo predisposti verso determinate attività a seconda del sesso cui apparteniamo; e via discorrendo...

Siamo uomini, punto. E andiamo bene così! Checco Zalone docet!

Teresa Moro

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