13/01/2016

Orientamento omosessuale e la teologia del corpo

Riproponiamo questo interessante articolo uscito sulla rivista mensile Notizie ProVita del settembre 2013, che spiega il significato della sessualità secondo uno studio del professor Bruto Maria Bruti e che propone importanti spunti di riflessione anche sull’omosessualità.

Uno dei più evidenti problemi della nostra società è il rapporto che il mondo occidentale vive con la sessualità: è diventata un’attività ginnica, una valvola di sfogo, un bisogno, un diritto. E ha perso il suo vero scopo, l’amore per l’altro.

Quest’amore la Chiesa propone all’uomo nel suo duplice significato unitivo (amore per il coniuge) e procreativo (amore per la prole). Ma questi due significati sono ormai rigettati dalla società attuale, persino dentro la Chiesa (la pubblicazione dell’Humanae vitae, nel ’68, coincise infatti con tremende manifestazioni di dissenso).

La visione della Chiesa sulla sessualità ha trovato complemento e sintesi nella Teologia del Corpo di Giovanni Paolo II, definita “una bomba a orologeria teologica” da George Weigel, principale biografo del pontefice polacco. Nonostante la sua bellezza, profondità e importanza, questo insegnamento è ancora ignorato anche all’interno della Chiesa.

È importante sottolineare che questa visione della sessualità umana non è dogmatica, ma è fondata sul dato razionale.

Tra i vari uomini di scienza che hanno aderito a questo insegnamento, ricordiamo oggi il professor Bruto Maria Bruti.

Nato a Pedaso nel 1954, medico chirurgo, odontostomatologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, docente di Psicopatologia dei comportamenti sessuali presso l’Università Europea di Roma, militante di Alleanza Cattolica, marito e padre di tre figli, Bruti è prematuramente scomparso nel 2010, dopo aver scritto La nostra sessualità. Felicità, desiderio e piacere nell’essere umano (Sugarco 2010).

Questo prezioso libro è il condensato delle ricerche di Bruti, e apre alla sessualità umana l’orizzonte della trascendenza, dell’amore infinito, incondizionato, di Dio.

Scrive ad esempio Bruti: “Nell’innamoramento […] si crea un clima d’intenso entusiasmo affettivo in cui gli innamorati sperimentano la sensazione del perfetto abbandono nell’amore, la sensazione di un’accettazione incondizionata e totale al di là dell’io e del tu, del tempo e dello spazio: non si tratta dell’assoluto ma di una finestra da cui si può intravedere la trascendenza” (p. 53).

Sorretto da questa certezza, cioè che il desiderio sessuale dell’uomo è un segno del desiderio dell’abbraccio divino, Bruti non teme di avventurarsi nei meandri della sessualità umana, persino negli anfratti considerati più scabrosi e politicamente scorretti, al di sopra delle ideologie e di sterili polemiche, e li affronta con serenità.

Ne è un esempio la diffusa e articolata trattazione dell’omosessualità. La vulgata corrente vorrebbe liquidare il tema con un atteggiamento determinista e fatalista; Bruti invece s’interroga, dibatte, articola diversi aspetti della tematica con curiosità e documentazione.

L’orientamento omosessuale”, scrive Bruti, “non è dovuto a una malattia fisica, né a una malattia mentale ma può essere il risultato di […] certi fattori ambientali, dove non vengono soddisfatti alcuni bisogni emotivi dell’infanzia, specialmente nella relazione con il genitore dello stesso sesso [...]” (p. 105). Essendo un orientamento socialmente costruito, è necessario riconoscere a chi vive quest’orientamento in modo distonico (cioè indesiderato) la possibilità di tentare il cambiamento: “Le persone hanno diritto di mantenere un orientamento omosessuale o di sviluppare il loro potenziale eterosessuale. Il diritto di ricorrere a una terapia per cambiare il proprio orientamento omosessuale deve essere considerato naturale e inalienabile” (ibidem).

Bruti è nato al cielo lasciando sulla terra non solo un libro, ma soprattutto relazioni e amicizie. Che non sono interrotte, ma perfezionate, perché Bruto vive già le relazioni in tutta la loro splendida pienezza. Quella pienezza relazionale della quale la sessualità umana è segno.

Roberto Marchesini

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