08/06/2017

Parla il Garante della privacy: libertà, fake news e pedopornografia

«La democraticità dell’infosfera è una risorsa che tutti dobbiamo preservare». Non usa giri di parole il Garante della privacy, Antonello Soro, nella sua Relazione annuale al Parlamento presentata ieri.

Nel discorso relativo all’anno 2016 Soro ha toccato diversi aspetti, fornendo una lettura interessante, seppur non sempre completamente condivisibile, d’importanti fenomeni d’attualità che interessano ognuno di noi.

La Relazione del Garante della privacy

Soro ha esordito affermando l’importanza del lavoro svolto dall’organo da lui diretto, in un contesto socio-culturale sempre più 3.0: «Nella sua prima relazione al Parlamento, Stefano Rodotà si chiedeva “ .. se tutto quel che è tecnicamente possibile sia pure eticamente lecito, politicamente e socialmente accettabile, giuridicamente ammissibile”. Sono trascorsi vent’anni e la stessa sfida per noi si rinnova ogni giorno. Da allora, certo, molto è cambiato. Internet è divenuto il più grande e frequentato spazio pubblico che l’umanità abbia conosciuto, la nuova dimensione in cui si svolge una parte rilevante della nostra vita. [...] E se oggi, più di vent’anni fa, la protezione dei dati è condizione necessaria per la libertà e la democrazia, è anche e soprattutto perché la nostra più effettiva dimensione di vita è, paradossalmente, quella digitale. Densa di straordinarie opportunità, ma anche di insidie».

Lo sappiamo, internet è nel contempo una risorsa e un’insidia (per la nostra privacy, ma non solo). Se si è ampliata la possibilità di conoscere e di crescere, è altresì vero che troppe persone vivono una vita principalmente virtuale, dissociandosi dalla realtà; così come troppe sono le persone – non solo giovani – che svelano troppo di sé, dei propri pensieri e delle proprie attività su internet, esponendosi a rischi che fino a qualche anni fa non esistevano. Manca un’educazione a un uso consapevole e responsabile della tecnologia, che rimane uno strumento tra tanti e che non deve arrivare ad essere determinante nella vita delle persone. 

La limitazione della libertà

I rischi rispetto alla nostra privacy che possono essere legati all’azione di singoli (in rete la garanzia dell’anonimato rende più facile il mettere in atto azioni aggressive e/o violente), ma anche – e soprattutto – al controllo esercitato da grandi aziende. Ha affermato Soro: «Un numero esiguo di aziende possiede un patrimonio di conoscenza gigantesco e dispone di tutti i mezzi per indirizzare la propria influenza verso ciascuno di noi, con la conseguenza che, un numero sempre più grande di persone – tendenzialmente l’umanità intera – potrà subire condizionamenti decisivi. Gli Over the top sempre più spesso intervengono, in un regime prossimo all’ autodichia, per comporre istanze di rilevanza primaria, quali informazione e diritto all’oblio, libertà di espressione, dignità e tutela dalle discriminazioni, veridicità delle notizie diffuse. E, ad un tempo, assumono un ruolo da protagonisti in campi anche molto lontani dalla loro vocazione originaria, dalla finanza alla genetica, dall’automazione alla realtà aumentata».

La libertà e la tutela della privacy sono sempre più un miraggio, e questo proprio nel luogo – la realtà virtuale – che più dovrebbe garantire questo, pur nel rispetto di una civile convivenza e nel rispetto della dignità di ogni singolo.

Cyberbullismo e fake news

In questo panorama si inseriscono leggi quali quella sul cyberbullismo e sulle fake news, che rappresentano un passo in dietro della democrazia e che si configurano come leggi-bavaglio per impedire alle persone di pensare con la propria testa e manifestare liberamente il proprio pensiero. Su quest’ultima legge Soro ha espresso una posizione condivisibile, affermando: «Su questo terreno penso che non siano risolutive né la via esclusivamente tecnologica – che automatizzando il riscontro fattuale deprimerebbe ulteriormente il senso critico – né quella penale, che finirebbe con l’assegnare alla magistratura il ruolo di Tribunale della Verità. Laddove in democrazia l’esattezza non è conseguibile altrimenti che con il pluralismo dialettico. Ferme restando le norme anche penali a tutela della dignità, che delimitano il confine oltre il quale la libertà di espressione non può spingersi. È illusorio pensare che possano esistere nuove Autorità od organi certificatori della verità».

Pornografia: in aumento le immagini di bambini censite

Nel corso della sua Relazione, Soro ha mosso anche un richiamo ai genitori che postano immagini dei loro bambini sui social network, esponendo i piccoli – naturalmente in maniera del tutto involontaria – a essere fatti vittime di adulti con problemi di pornografia, violando la loro privacy.

Ha detto Soro: «Per altro verso, secondo recenti ricerche, la pedopornografia in rete e, particolarmente nel dark web, sarebbe in crescita vertiginosa: nel 2016 due milioni le immagini censite, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Fonte involontaria sarebbero i social network in cui genitori postano le immagini dei figli».

Facciano dunque attenzione i genitori: nell’amare i loro bambini meglio mettere una foto in meno sui social, preservando la loro e la propria privacy, e invece dedicare qualche minuto in più a una relazione “concreta”, ché un giorno i figli sono piccoli e il giorno dopo sono già cresciuti.

Teresa Moro


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