25/05/2016

Patto per la Famiglia – Intervista a Giorgia Meloni

Giorgia Meloni, Presidente nazionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e candidata Sindaco per la città di Roma, ha firmato il “Patto per la Famiglia” promosso da ProVita. Contestualmente, ci ha anche rilasciato un’intervista, rispondendo ad alcune domande sul tema.

Nel corso dei prossimi giorni pubblicheremo altre interviste ad altri candidati Sindaci che hanno firmato il Patto, nell’ottica di dare spazio a tutti coloro che hanno a cuore la famiglia naturale e la difesa della Vita, indipendentemente dal partito di appartenenza.

Di seguito le risposte di Giorgia Meloni.

1. Se verrà eletta, quali saranno le sue prime azioni concrete in favore della Vita e della famiglia naturale fondata sul matrimonio?

Ho specificato a chiare lettere nel mio programma che la famiglia è un’opportunità da curare e proteggere. Da sindaco di Roma rimetterò la famiglia al centro delle politiche sociali del Comune con azioni concrete di sostegno e incentivazione. Ne cito alcune: rendere effettivo il quoziente familiare, asili nido per tutti e scuole aperte anche il pomeriggio e durante l’estate, un Piano regolatore dell’infanzia per mettere a sistema le risorse di Roma Capitale e dare risposte in ogni angolo di città alle famiglie romane e in particolare alle donne lavoratrici.

2. Come pensa di strutturare un sistema di assistenza e di previdenza che vada a vantaggio della famiglia naturale (composta dal bambino ancora nel grembo materno, all’anziano)?

Le famiglie si fanno carico da sempre di servizi che lo stato non riesce ad erogare: crescere i figli, tutelare i più deboli e accudire infermi e anziani. Per questo la mia priorità sarà ricambiare questo impegno rendendo operativo il quoziente famigliare in tutte le forme di accesso al welfare ed applicarlo a tutte le tasse e tariffe comunali, per aiutare le famiglie numerose, monoreddito, con figli, con anziani e disabili a carico. Si tratta di un principio di giustizia molto semplice: maggiore è il numero di persone che devono vivere con un determinato reddito, meno sono le tasse che dovranno pagare.

3. Cosa pensa dei tentativi di ridefinire il matrimonio e la famiglia, come nel caso delle unioni gay?

Sono contraria a questa legge sulle unioni civili perché penso che sia il cavallo di Troia per introdurre in Italia una pratica vergognosa e che umilia la dignità delle donne come l’utero in affitto. La vita non si compra e non è in vendita. Lo Stato deve sostenere la famiglia naturale perché è il perno della società e la cellula fondamentale sulla quale si basa il suo sviluppo.

4. Un altro problema legato alla mancanza di famiglie, è quello dell’inverno demografico. Se diventasse Primo cittadino, come pensa di incentivare le nascite e di sostenere la vita nascente, anche accompagnando le donne che vivono – per i motivi più disparati – gravidanze difficili?

Se non invertiamo i dati sulla natalità, siamo una nazione destinata a scomparire. L’emergenza demografica dovrebbe essere la priorità di tutte le istituzioni, sia a livello nazionale che a livello locale. Io voglio una Roma che sia a misura di famiglia in cui avere un bambino non sia più considerato un bene di lusso. Serve una strategia a ampio raggio e di lungo periodo e da sindaco farò tutto quello che è in mio potere per raggiungere questo obiettivo.

5. Da ultimo, ma non per importanza, il fronte educativo e scolastico. Come pensa di sostenere la nascita di strutture educative vicine alle esigenze dei genitori (micro-nidi, piuttosto che scuole dell’infanzia o altro)? E, nel contempo, come si muoverà per impedire che l’ideologa gender e le istanze Lgbt vengano insegnate sui banchi di scuola?

Poter mandare il proprio figlio al nido e alla scuola dell’infanzia a tariffe accettabili è un diritto di tutte le famiglie romane. Potenzierò il sistema misto pubblico-privato sperimentando altre formule, a partire da quella degli asili nido famigliari: una neomamma potrà accudire in casa, oltre a suo figlio, altri tre bambini nella fascia d’età 0-6 e il Comune darà in cambio un contributo di 400 euro a bambino. Così possiamo azzerare le liste d’attesa e dare alle neomamme un sostegno economico.

Per quanto riguarda l’ideologia gender, ho visto un libretto che gira nelle scuole dell’infanzia e che si intitola “Perché hai due papà?” e spiega il concetto di utero in affitto. Credo che roba del genere nelle scuole non ci debba entrare, soprattutto nelle scuole dell’infanzia e quando sarò sindaco non si verificherà più.

Redazione


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