13/08/2016

Poligamia: il NO di Manconi e i diritti indisponibili

Abbiamo recentemente commentato la proposta dell’autorevole rappresentante dell’Islam in Italia volta a legalizzare la poligamia.

Abbiamo riconosciuto la perfetta coerenza di Piccardo: si può non essere d’accordo con matrimonio gay e poligamia (e poliandria, perché no...), ma la legge è legge, le “famiglie” sono tante e “love is love”.

Da parte laica, sinistra, e libertaria, invece, la cosa ha creato un certo imbarazzo. Emblematico è l’articolo di Luigi Manconi sul Corriere della Sera: un bellissimo tentativo di rimangiarsi quei principi per cui ci hanno fatto il lavaggio del cervello da anni: “basta che c’è il consenso informato si può fare tutto” (del resto tutto è contratto, no? il matrimonio, la maternità, la produzione e vendita di figli...) e “se due uomini si amano e si sposano a te che male fanno?” 

Manconi ha tirato fuori una vecchia categoria giuridica, quella dei “diritti non disponibili”. Spiega, come fanno i manuali di diritto privato delle matricole, che un diritto indisponibile è “un diritto non alienabile (e non limitabile, modificabile o cedibile) persino da parte del suo stesso titolare. Un diritto, cioè, sottratto ad ogni potere dispositivo: fosse anche quello del suo stesso beneficiario. Ed è il medesimo principio che non consente il lavoro schiavistico o il commercio degli organi o ogni altra degradazione della dignità personale, anche qualora vi fosse il consenso dei diretti interessati (consenso che, non a caso, per tali reati non esclude la punibilità)”. Di solito i diritti non disponibili sono anche “non patrimoniali” cioè non suscettibili di valutazione economica. Ne abbiamo parlato in diverse occasioni.

La Morresi, su L’Occidentale, nota una certa “somiglianza”  con quei “principi non negoziabili” su cui si è cercato – e si cerca di far ragionare – i paladini del libertarismo; principi addotti da chi laicamente voleva difendere Eluana Englaro dall’eutanasia, chi laicamente si oppone all’aborto, alla fecondazione artificiale, all’utero in affitto , al commercio dei gameti, chi laicamente si oppone al matrimonio gay, proprio perché il matrimonio rientra tra quegli istituti “indisponibili” sottratti alla discrezionalità dei privati...

La Morresi è anche giustamente interessata agli esempi che fa Mancone di diritti indisponibili: “no alla schiavitù – ma sì all’utero in affitto? – no alla vendita degli organi – ma sì a quella di cellule e tessuti umani, tra cui i gameti? – e potremmo continuare per un bel pezzo in quelli che secondo Manconi sono “il limite insuperabile rappresentato dalla intangibilità dei diritti fondamentali”. Ci chiediamo poi sommessamente per quale motivo il diritto alla vita non rientri fra quelli intangibili, ma vabbè, stai a guardare il capello…”

I ragionamenti di Manconi sono fallati da incoerenza. Sarà molto difficile, con i suoi argomenti, convincere i mussulmani (che numericamente parlando hanno una certa voce in capitolo nei nostri Paesi occidentali) che la poligamia non si può legalizzare.

Lasciamo la conclusione alla penna appuntita della Morresi: “La verità è che in nome dell’autodeterminazione dell’individuo, sovrano di se stesso, avulso dalle relazioni, e soprattutto, cancellando la necessità dei valori non negoziabili, si possono costruire solo castelli di sabbia, che crollano al primo soffio di vento. E questo vale anche per tutti quei cattolici, compresi alcuni vescovi e cardinali, che con un sospiro di sollievo negli ultimi anni hanno buttato a mare l’espressione e l’idea stessa di “valori non negoziabili”, ritenendoli un ostacolo all’apertura al mondo, un ingombro imbarazzante, senza accorgersi che insieme a essi stavano buttando a mare duemila anni di cristianesimo, compresi se stessi“.

Francesca Romana Poleggi

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