07/11/2016

Politica per la famiglia: intervista a un “sindaco-ombra”

Il Popolo della Famiglia, per quanto sia un partito piccolo ha costituito due “giunte ombra”, due “sindaci ombra”, a Roma e a Bologna, ispirandosi all’esempio britannico.

E’ infatti un’ antica tradizione inglese:  il partito di opposizione costituisce un “governo – ombra” (shadow cabinet) e, seguendo in modo critico l’operato del governo in carica, propone le alternative alle scelte politiche dello stesso in modo che i cittadini alla successiva tornata elettorale  possano valutare a chi dare il voto sulla base di esempi concreti.

Il sindaco-ombra di Bologna, Mirko De Carli, ha spiegato  la questione in questa intervista. La sua giunta-ombra avrebbe speso altrimenti i soldi pubblici che il Comune ha usato per finanziare il festival Gender Bender e il Gay Bride Expo...

Redazione


Il Popolo della Famiglia è nato dall’esperienza dei due recenti Family Day contro il disegno di legge sulle unioni civili, e ha un programma agguerrito e completo su tutti i principali temi della politica:  ma, non sarà velleitario questo modo di procedere, nominando assessori e uffici di gabinetto- ombra, pur avendo solo l’1% dei voti?

  • È quel che dicono di noi gli avversari politici, perché a loro non sfugge la novità, visto che le giunte ombra sono il nostro modo di dimostrare che facciamo sul serio.

Qual è l’obiettivo finale?

  • Vogliamo in primo luogo riavvicinare i cittadini alla politica, mostrando loro che non basta urlare contro i privilegi della casta, ma bisogna dimostrare di essere in grado di costruire nuove prospettive, con competenza e capacità di affrontare il merito delle questioni.

Le giunte ombra si confrontano con le questioni concrete della amministrazione locale, fatta di bilanci in crisi e di scelte tecniche, ma il Partito Della Famiglia non rimane per sua natura un partito d’opinione?

  • I detrattori del nuovo progetto politico  dicono che parlando solo di famiglia, e rimanendo fermi alla riaffermazione di alcuni principi, non saremo mai in grado di offrire alla politica nazionale una vera alternativa per il futuro: niente di più falso, perché se non si parte da principi fondamentali come quello della famiglia, cellula naturale alla base della società, non si possono dare risposte concrete ai problemi tecnici, nemmeno per quello che riguarda le amministrazioni locali.

E voi vi sentite all’altezza della sfida?

  • Il Popolo Della Famiglia ha le risorse ideali e tecniche per proporre concrete alternative su tutti i principali temi amministrativi, dall’urbanistica alla gestione delle questioni economiche”. Il prossimo 20 novembre, proprio a Bologna il Popolo Della Famiglia si riunirà nella sua prima festa nazionale, intitolata a “La Croce”, il quotidiano on-line del partito. Ribadiremo che il nostro principio guida è quello compendiato nella dottrina sociale della Chiesa, con i criteri di libertà, personalismo e sussidiarietà, e l’ispirazione del bene comune come obiettivo concreto da perseguire, senza rimanere limitati agli interessi di parte e alle logiche individualiste

In effetti, a parte la giunta ombra, a Bologna vi siete distinti per gli assalti “all’arma bianca” contro manifestazioni lgbt quali Gender Bender, così come contro fenomeni di costume quali le mostre del “gay wedding” in fiera, con Luxuria che sfilava in abito da sposa.

  • Abbiamo chiesto che i fondi investiti dall’ente pubblico per il Gender Bender  e quelli della Fiera di Bologna in qualità di main sponsor del Gay Bride Expo venissero investitori per bonus bebè, bonus famiglia e rimodulazione IRPEF a misura di famiglie numerose. Soprattutto sospendere il patrocinio e l’uso gratuito di pubblici locali. Queste non sono iniziative che rientrano nelle priorità  della città e vanno trattate come tutte le altre, non promosse e finanziare. Agiamo anche a sostegno delle  amministrazioni locali sul nostri territori che fanno obiezione di coscienza alle unioni civili.

Ma ponendovi con questo profilo così “duro e puro”, senza cercare di accordarvi con le coalizioni esistenti, non c’è il rischio di essere condannati all’irrilevanza?

  • La questione della rilevanza numerica non ci spaventa. Infatti non ci poniamo neanche il problema delle alleanze, perché siamo convinti di essere un’alternativa radicale della quale tutto il sistema ha bisogno. Non possiamo essere confusi con la destra attuale, e tanto meno con i demagoghi a cinque stelle, ma siamo convinti che l’unica prospettiva di rigenerazione del sistema possa partire da formazioni fuori dagli schemi come la nostra. La demagogia e la retorica anti-casta ci sono estranee, anche se la nostra ispirazione morale e politica sono ben strutturate.

 Dunque il PDF non vuole definirsi come un piccolo partito cattolico “integralista”?

  • Non mi spavento mica per questa definizione... ma è erronea.  Lo dimostra anche il favore che in questi primi mesi di attività abbiamo ottenuto da parte di realtà sociali che cattoliche non sono. Certe prese di posizione della gerarchia ecclesiastica, su temi di attualità come l’immigrazione o più in generale le politiche europee, se messi a confronto con la piattaforma di contenuti del Popolo della Famiglia dimostrano l’autonomia della nuova formazione rispetto a quella della Chiesa italiana. Su certi temi sembra addirittura esserci contrapposizione, rispetto agli orientamenti attuali della CEI.

Quali i maestri di pensiero ideali del Popolo della Famiglia?

  • Ne abbiamo diversi, non solo provenienti dalla tradizione cattolica, io per esempio sono uno studioso di Adriano Olivetti. Diciamo che, come concezione della politica e del popolarismo, il nostro pantheon va da Winston Churchill a Giovanni Guareschi.

Massimiliano Fiorin


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