12/04/2017

Sperma in vendita, anche in ospedale: una merce come le altre

Una merce come un’altra: lo sperma umano.

Nel Regno Unito un ospedale gestito dal National Health Service (NHS), cioè un ospedale pubblico finanziato con i denari dei contribuenti, e che quindi è un ente non-profit, ha deciso di fare cassa con la vendita di sperma.

La dottoressa Erica Foster, del Whittington Hospital ha dichiarato alla stampa che una fiala di sperma si può vendere a 900 sterline, e da un’eiaculazione si possono ottenere mediamente tre fiale. «Naturalmente, noi praticheremo un prezzo minore a quello di mercato, in quanto siamo un ospedale pubblico». Nessuno dice che al giovanotto la cosa viene pagata poche decine di sterline: la masturbazione vale poco (il patrimonio genetico della persona, non conta proprio niente).

La dottoressa ritiene inoltre che gli acquirenti saranno più tranquilli se otterranno un figlio con lo sperma controllato da una struttura ospedaliera gestita dal Governo, piuttosto che da un anonimo sito web [in UK la vendita di sperma anonimo è stata vietata, dopo 10 anni di prova e di disastri...] o da una banca dello sperma di un altra nazione.

Sottolinea poi che il fatto che il Servizio Sanitario Nazionale non pratichi questo commercio gli ha finora comportato una grave perdita in termini economici: di contro si arricchiscono i privati e molto denaro viene speso all’estero.

Un altro medico, il dottor Gidon Liebermann, ci tiene a precisare che non è una questione ” di sinistra”: il mercato privato nella sanità  (e dei gsmeti) è giusto che esista e sia libero, ma i consumatori devono essere messi in condizione di scegliere fra pubblico e privato, anche nel commercio di sperma umano.

In Australia , una delle più importanti cliniche per la fertilità del paese, Monash IVF , ha fatto domanda per ottenere il permesso governativo all’importazione di sperma, per lo più da istruiti, sani e atletici “donatori” (sono venditori, ricordiamolo sempre) caucasici, in particolare dalla californiana  Cryobank  che ha il più vasto catalogo di venditori con tali requisiti.

E’ necessario il permesso di importazione, perché finora la Monash IVF non è riuscita a soddisfare la domanda delle donne single, delle coppie lesbiche e delle coppie infertili che desideravano «iniziare la loro famiglia fintanto che è ancora aperta la loro finestra di fertilità», ha detto Amanda Mullins, della Monash IVF. Attualmente devono attendere anche un anno. Con l’importazione i tempi d’attesa si ridurranno a poche settimane.

Se qualcuno fosse interessato a sapere cosa accade, poi, nella pratica con tante belle fiale di sperma che girano per le cliniche, può leggere per esempio qui. Se qualcun altro fosse interessato alle conseguenze psichiche che subiscono i figli di questi padri più o meno ignoti, può leggere per esempio qua, oppure qua;  e se qualcuno è interessato ai danni legali e psicologici che subiscono gli stessi venditori di sperma può cliccare per esempio qui.

Ma forse, ormai, le conseguenze che subiscono le persone non interessano più a nessuno. Interessa solo il profitto.

Redazione

Fonte: BioEdge

 

 


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