03/03/2016

Ti seleziono, ti compro, ti lascio. La triste normalità dell’utero in affitto

La pratica dell’utero in affitto, assai controversa fin nella sua formulazione, continua a metterci davanti a tristi casi di cronaca: bambini comprati su misura, donne sfruttate, abbandoni premeditati...

Proviamo a fare un semplice ragionamento. Se, infatti, il bambino può essere ordinato come un qualsiasi prodotto e trattato come una merce, commercialmente parlando, oltre all’acquisto dovrebbero essere possibili anche altre casistiche, nel caso in cui il “prodotto” non soddisfacesse le esigenze dell’acquirente, o semplicemente se non serve più.

Ed è proprio questo quello che è successo nel caso dell’attrice tv statunitense, Sherri Shepherd, e dello sceneggiatore americano Lamar Sally, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Ricorsa all’utero in affitto, le coppia ha visto nascere il ‘proprio’ bambino, ma poi... non l’ha voluto!

Meglio: la Shepherd non l’ha più voluto, a causa di una crisi nel matrimonio con Sally. Così i due – anzi tre, contando anche la madre surrogata – sono finiti in tribunale per regolare la questione. E il risultato è che questo bambino non lo vuole nessuno. Peccato solo che questa piccola creatura non si possa rispedire indietro come su Amazon o su Yoox!

Ma vediamo i fatti passo, passo. I due, Sherri e Lamar, si sposano nel 2011 e, essendo lei un po’ avanti con l’età, iniziano a cercare subito una surrogata per poter avere un figlio. In fondo, quale miglior soluzione al fatto di rendersi conto tardi del desiderio di maternità e paternità, se non l’utero in affitto?

Comunque, alla fine i due vip trovano Jessica Bartholomew, una cameriera di 23 anni, che ha già due bambini suoi e che si offre volontaria (sic! Quante falsità..., ndr) per portare a termine la gravidanza, come racconta il Corriere della Sera.

gender_soldi_utero-in-affittoAffare fatto, quindi: con il seme di Sally e gli ovuli di una venditrice il bimbo viene concepito.

Naturalmente la scelta della donna che portasse avanti la gravidanza non è avvenuta a caso. I due raccontano di aver incontrato diverse candidate e che il periodo di selezione è durato circa otto mesi, fino a quando Jessica è stata scelta tramite un’agenzia, perché “giovane, sportiva, e in buona salute”. I due interferiscono anche nella gravidanza della giovane, chiedendole di alimentarsi in modo tale da non compromettere lo sviluppo del bambino, in quanto la donna si era dichiarata vegetariana.

Il bimbo nasce nell’agosto del 2014, ma già a maggio Sally e Shepherd si erano separati e l’attrice aveva deciso di non comparire nel certificato di nascita del bambino quale madre legittima, con tutte le conseguenze legali ed economiche del caso. La donna, secondo quanto riporta ancora il Corriere, avrebbe detto allo sceneggiatore: “E’ il tuo sperma e non il mio ovulo, quindi il bambino è tuo”.

Nel frattempo neanche la madre surrogata ne vuole sapere nulla di questo bambino che, ricorda più di una volta, le è stato commissionato: “Perché dovrei assumermi io la responsabilità di un bambino che non è mai stato mio?”.

Nasce così un caso giudiziario e ad aprile scorso un giudice della Pennsylvania ha stabilito che la Shepherd è la madre legale, che quindi dovrà provvedere al mantenimento del piccolo con un assegno di 4.100 dollari al mese e con l’assicurazione sanitaria fino alla maggiore età, considerando di fatto il contratto stipulato per l’utero in affitto come vincolante. E’ la prima volta che questo accade.

Il bimbo avrà quindi diritto almeno agli alimenti. Una magra consolazione, però, dal momento che questa creatura innocente è stata deliberatamente privata, fin dalla sua nascita, del nutrimento più importante: l’affetto di mamma e papà.

Anastasia Filippi

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