02/12/2015

Transgenderismo – Da professore a professoressa

Da oggi chiamatemi Cloe“. Con questa frase, per certi versi quasi banale, il transgenderismo ha fatto ingresso nelle scuole italiane.

Pare infatti che il professore di fisica dell’Istituto Scarpa-Mattei di San Donà di Piave abbia iniziato così la lezione in una prima superiore lo scorso venerdì 27 novembre.

La notizia è racchiusa in una lettera inviata dal padre di un alunno all’Assessore all’Istruzione e Formazione del Veneto Elena Donazzan, la quale l’ha resa nota su Facebook e ha subito richiesto un’ispezione per verificare i fatti.

Il prof. di Fisica [...] entra in classescrive il padre all’Assessoree con tanto di stivali con tacchi, minigonna, seno prorompente, chioma bionda esordisce con: ‘Non chiamatemi più [...] ma Cloe‘. Lascio a Lei immaginare i volti dei ragazzi, qualche risata certo ma lo choc c’è stato e molto (una ragazza di un’altra classe si è sentita male). Il prof o la prof ha cominciato con il motivare questa ‘trasformazione’ dice: ‘Lo desideravo da quando avevo 5 anni’, e poi: ‘L’ho fatto adesso perchè sono diventato/a finalmente di ruolo’“.

trangenderismo

Tutto questo è successo all’insaputa degli altri docenti della scuola e delle famiglie. Anche se ad essere coinvolti sono stati ragazzi neanche quindicenni (età in cui, lo si sa, gli ormoni non sono proprio tranquilli e che è piuttosto delicata).

Dalle prime ricostruzioni sembra invece che il preside della scuola fosse al corrente di quanto voleva fare il professore di fisica e che, anzi, lo avesse autorizzato a procedere. Ipotesi, questa, smentita dal direttore dell’ufficio scolastico territoriale di Venezia Domenico Martino, che ha affermato, secondo quanto riporta Il Timone: “Il giorno dell’accaduto mi aveva chiamato il preside – spiega lui –, ci ha detto che non era stato avvisato e ci ha chiesto come comportarsi. Ora devo sentire il direttore Beltrame. Personalmente penso che possa avere sbagliato il modo di comunicare la sua scelta, ma anche convinto che la scuola richieda competenze didattiche e che le scelte personali non rientrino certo nei compiti del docente“.

In sintesi: la questione in sé va bene, se proprio vi è stato un mero errore di comunicazione. Il che si può tradurre come: “Il transgederismo non è opinabile, è una scelta bella e buona come tutte le altre“.

Nel concludere non possiamo che riprendiamo le parole – amaramente vere – scritte ancora dal padre di un alunno all’Assessore: “Ma davvero la scuola si è ridotta così? E a distanza di un giorno nessuno della dirigenza scolastica è intervenuto con i genitori, nulla. Forse questo è un fatto ‘normale’ per tanti, ma non per noi che viviamo quei valori che ci sono stati donati e che all’educazione dei nostri figli ci teniamo, lottando quotidianamente, bersagliati ogni giorno da chi quei valori vuole distruggere, teorie gender e quant’altro“.

Redazione

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