09/02/2018

Un’adozione “speciale”... di un bambino “speciale”

La via dell’adozione non è facile. Al di là delle eccessive lungaggini burocratiche e alla severità dei requisiti di candidatura delle famiglie, occorre infatti che vi sia una grande convinzione da parte della coppia che decide di intraprendere il percorso: integrare un nuovo membro nella famiglia, a maggior ragione se non è “carne della propria carne”, può non essere facile.

Eppure l’adozione si è rivelata, per molte famiglie e per molti bambini, una scelta vincente: di speranza, di rinascita, di cammino... le testimonianze positive sono tante, basta fare una semplice ricerca sul web per gustarne qualcuna.

L’adozione è anche una valida alternativa all’aborto: infatti, anche se la cosa non è nota come dovrebbe, le donne possono decidere di portare avanti la gravidanza e poi lasciare il loro bambino in ospedale, nel totale anonimato. Il piccolo troverà, nel giro di pochissimi giorni, una famiglia pronta ad accoglierlo.

E l’adozione può anche essere una valida strada per i bambini “special needs”, che vanno da bambini con la sindrome di Down, a bambini con il labbro leporino o semplicemente iperattivi... I minori – riporta Italia Adozioni – che fanno parte delle liste speciali (special needs) vengono classificati secondo quattro categorie:
1) Minori che hanno subito gravi traumi o che presentano problemi di comportamento (bambini che hanno subito gravi maltrattamenti o abusi, bambini iperattivi o con disturbi della condotta più gravi)
2) Minori con incapacità fisiche e mentali di vario genere
3) Minori con età superiore ai sette anni
4) Fratrie

In Italia, nel 2017, si stimava la presenza di circa 300 minori “special needs” che – in attesa di trovare una famiglia – vivevano in strutture sanitarie. Adozione che, in questo caso, prevede una procedura più snella sia nei tempi, sia nei “requisiti” richiesti alle famiglie che si propongono.

Di fronte a questo, nella nostra cultura votata all’eugenetica e dove i bambini con problemi vengono spesso abortiti, viene spontaneo pensare che siano poche le famiglie disponibili per questo tipo di adozione: ebbene, non è così. Le famiglie disposte a mettersi a servizio, dicono gli esperti del settore, ci sarebbero: il problema è riuscire a mettere in contatto la “domanda” di aiuto con l'”offerta” di accoglienza.

A tale proposito, segnaliamo per esempio la pagina del Tribunale per i Minorenni di Milano (qui), che viene aggiornata costantemente con appelli per bambini in cerca di una famiglia. Appelli che ovviamente tutelano la privacy del minore, ma che forniscono nel contempo alcune informazioni sulla cui base poter scegliere o meno per l’adozione.

Siamo certi che altre sono le pagine simili: cerchiamole, diffondiamole tra le famiglie che sappiamo essere aperte ad accogliere un nuovo bambino. Il bisogno è tanto e ogni vita è degna e bisognosa d’amore.

Teresa Moro


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