08/02/2018

UNAR: presidio simbolico davanti alla sede

Si è svolto questa mattina un presidio simbolico di fronte alla sede dell’UNARUfficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, promosso dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli con ProVita Onlus, Comitato Articolo 26, Non Si Tocca la Famiglia e Generazione Famiglia – CitizenGo. 

Un presidio pubblico per ribadire con un gesto anche pubblico un concetto già più volte espresso: l’UNAR deve essere chiuso.

UNAR: da Spano a Manconi? Anche no!

L’UNAR era balzato alle cronache un anno un anno fa, quando un servizio de Le Iene aveva portato alla luce il fatto che l’ente del Governo italiano aveva finanziato – per una cifra di 55mila euro, soldi di ognuno di noi – un’associazione LGBTQIA(…) che, dietro la facciata della sauna e del centro massaggi, organizzava orge e sesso a pagamento, ossia prostituzione. E anche prostituzione minorile. 

In seguito ProVita aveva per prima rivelato il nome dell’associazione finanziata dall’UNAR: l’ANDOSS, che – scrivevamo – «si presenta come associazione LGBT “contro le discriminazioni da orientamento sessuale” e “senza fini di lucro”. Essa avrebbe ricevuto dall’Unar nel 2016 esattamente €55.560,00. Tra i suoi cosiddetti “Centri Ascolto e Antiviolenza” troviamo – ad esempio – la sede affiliata “Macholato” a Napoli, che comprende i “sex box” e proprio le ormai famose “dark room”. Oppure il Circolo “Bunker” a Roma, presentato come “il più grande sex club di Roma”, che offre anche i “glory holes” menzionati dalle Iene, e una “red zone sotterranea”. O ancora: la “Black Sauna” di Bologna, con le sue “dark room“, che fa pagare €75 per 5 ingressi, €350 per 33, ecc». Che strane coincidenze...!

La denuncia aveva portato alle dimissioni di Francesco Spano

In tale occasione ProVita aveva anche lanciato la petizione #chiudeteUNAR (è possibile firmarla qui), che si è rivelata essere ancora attuale circa una settimana fa, quando è stato reso pubblico il fatto che il presidente del consiglio uscente Gentiloni vorrebbe nominare a capo dell’UNAR Luigi Manconi, che non ha mai nascosto di essere favorevole alla pratica dell‘utero in affitto, dal senatore considerata “etica”, nonché aperto verso le adozioni gay, l’eutanasia e la legalizzazione delle droghe.

«Il minimo che si poteva sperare, dopo i gravissimi scandali che avevano coinvolto il precedente direttore dell’Unar, è una nomina almeno ideologicamente neutrale, visto che in passato l’ufficio si è dimostrato non solo inutile ma pericoloso. Questa scelta di Gentiloni è intollerabile perché si pone in chiara continuità con la disastrosa politica precedente», affermava Toni Brandi nel suo Comunicato Stampa.

Un anno fa le proteste erano servite. Ci auguriamo che in questo 2018 accada lo stesso. 

Redazione


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