15/06/2016

Utero in affitto – Al Consiglio d’Europa la De Sutter ci riprova

Avevamo tenuto aggiornati i nostri lettori sui tentativi – non riusciti – della dottoressa De Sutter di far approvare una proposta di risoluzione che in qualche modo legittimasse la turpe pratica dell’utero in affitto al Consiglio d’Europa .

Ora, siamo costretti a ritornare sulla questione, perché la De Sutter ci riprova.

Questa volta insiste con la “surrogazione altruistica”, che – nonostante la neolingua – è sempre utero in affitto, mascherato da “utero in comodato”: la madre surrogante sembra che non si faccia pagare. I casi sono due: o riceve comunque un congruo rimborso spese che è di fatto un pagamento mascherato (come accade per esempio nel Regno Unito), oppure è una parente che offre il grembo ai committenti, e si creano quelle “simpatiche” situazioni di mamme che sono nonne delle figlie, zie che sono madri dei nipoti, sorelle che sono madri dei figli e roba simile: situazioni che saranno vissute dai bambini “oggetti del desiderio” in modo sereno? A chi importa?

La FAFCE (Federazione Europea delle Associazioni Familiari Cattoliche) che partecipa come osservatore al Consiglio d’Europa, ed è membro della Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione europea, e rappresenta le associazioni familiari di 15 paesi europei, ha rilasciato un comunicato stampa per informarci della cosa.

Durante la sessione plenaria dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE), la prossima settimana un nuovo progetto di relazione sulla maternità surrogata sarà presentato alla Commissione per gli affari sociali, la Salute e lo Sviluppo Sostenibile dalla senatrice belga dottoressa  Petra de Sutter, del gruppo socialista.

Come indicato nell’ordine del giorno del Comitato, la discussione si terrà il 21 e 22 giugno. Il Comitato per gli affari sociali aveva già respinto  un progetto di rapporto analogo il 15 marzo. La relatrice si trova – oggi come allora –  in palese conflitto di interessi  poiché lavora con le cliniche che praticano l’utero in affitto.

Alcuni membri del Comitato sono seriamnete preoccupati per la mancanza di chiarezza e trasparenza nella procedura adottata per detta relazione e temono che la vicenda possa mettere in discussione la credibilità dell’Assemblea del Consiglio d’Europa per sé. L’utero in affitto è già vietato in molti paesi europei. 110.000 cittadini ne hanno già chiesto la condanna esplicita, perché va categoricamente condannata ogni forma di mercato di donne e di bambini, se si crede davvero nella promozione dei diritti connessi alla somma dignità dell’essere umano.

Si auspica, d’altro canto, la firma di una convenzione internazionale sul divieto di maternità surrogata che potrebbe essere il primo passo per l’abolizione di questa moderna forma di schiavitù.

Con buona pace delle cliniche – come quelle con cui collabora la senatrice De Sutter – che fanno affari d’oro sulla pelle delle donne che danno gli ovuli, di quelle che vendono con l’utero la propria dignità e dei bambini che nascono orfani programmati, figli di “uno, nessuno  e centomila”.

Redazione


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