17/10/2018

Utero in affitto, parla l’economista Sapelli: «È manifestazione deleteria “dell’infausto liberismo dei diritti”»

L’economista e storico Giulio Sapelli, professore ordinario di storia economica presso l’Università degli Studi di Milano e docente di Economia politica, interviene sulla questione dell’utero in affitto a seguito della campagna choc organizzata dalle Associazioni promotrici del Family Day, Pro Vita e Generazione Famiglia attraverso l’affissione di manifesti choc. La denuncia è rivolta soprattutto a quei sindaci che hanno trascritto in modo illegale gli atti di nascita di bambini con genitori dello stesso sesso.

Professore, anche per lei (come per Alain De Benoist e altri intellettuali francesi tra l’altro atei) con l’utero in affitto ci troviamo di fronte alla degenerazione del liberismo che è diventato una sorta di giungla dove imperversa la legge del più forte, si inseguono i desideri individualisti e non si sanno più riconoscere i diritti?

«Non serve essere intellettuali francesi per trovarsi d’accordo con questa affermazione. Esiste purtroppo un liberismo dei diritti che ha ormai da tempo oltrepassato quella che Benedetto XVI chiamava la ragione naturale. Questa questione dell’utero in affitto mi sembra una chiara ed evidente manifestazione deleteria di quello che io chiamo “l’infausto liberismo dei diritti”. Senza essere necessariamente dei bigotti, ritengo che se si potesse fare a meno di certe cose, l’umanità ne trarrebbe grande beneficio».

Peraltro, l’utero in affitto possono permetterselo soltanto le persone molto ricche visto che costa circa ventimila euro in America. Da economista come giudica questo aspetto?

«Guardi, il fatto che sia una pratica per i soli ricchi non mi rassicura affatto perché credo che, andando avanti di questo passo, il rischio concreto sia quello di arrivare, prima o dopo, ad un cambio di welfare. Intendo dire che, se facciamo passare il concetto che affittare un utero da parte di una coppia gay è legittimo, a lungo andare si finirà magari con il concedere pure degli aiuti di Stato per far sì che tutti possano farvi ricorso, ricchi e meno ricchi senza distinzioni. Visto come va il mondo non mi sentirei affatto di escludere questa possibilità. Noi economisti purtroppo non finiamo mai di vedere il peggio».

A Roma il sindaco Raggi sembra decisa a far rimuovere i manifesti di Pro Vita e Generazione Famiglia perché a suo giudizio offenderebbero i bambini. Ma questi non si offendono in primo luogo proprio incentivando questa compravendita di figli?

«Ognuno è libero di esprimere le proprie idee come meglio crede e la libertà di espressione dovrebbe essere sempre garantita finché ovviamente rispetta la legalità. Io personalmente seguo altri metodi, ma non per questo mi sento di condannare l’iniziativa. Anche perché oggi viviamo nella società delle immagini e mi rendo perfettamente conto che se si vogliono raggiungere certi obiettivi non si può troppo prescindere dal contesto».

Quali sono le sue armi di persuasione, per esempio?

«Sono un vecchio professore che crede ancora nella forza della parola e degli scritti, oltre che in quella della preghiera. Chi come me è cattolico e crede nel Signore, non può non affidarsi a Lui per chiedere che ci liberi da questo futuro. La preghiera ha ancora una grande forza che nessuno può rimuovere».

Americo Mascarucci

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