24/03/2016

Aborto: dopo 35 anni ancora fa male al cuore

“Ho avuto un aborto. Ho voluto un altro aborto. E poi un altro ancora.

Sono passati 35 anni ma il dolore per averlo fatto è ancora forte e reale.

Ogni volta che ci penso, sento riaffiorare il rimorso e tanta amarezza.

Quando realizzi veramente ciò che hai fatto, niente è più come prima.

Io vivevo una vita “normale” con mio marito e il nostro bimbo di due anni, non avevamo particolari preoccupazioni finanziarie quando si annunciò una nuova vita. Mio marito mi propose di abortire. Accettai. In fondo era solo qualcosa di indefinito da eliminare, pensavo fosse solo un grumo di sangue e di cellule. Ma la superficialità e la disinformazione non erano e non sono un’attenuante.

Allora l’aborto non era legalizzato, però purtroppo trovai chi lo faceva di nascosto.

Mi ricordo che entrai in quella specie di studio.  Tutto era nella penombra. Quando mi fece sdraiare su una specie di lettino ero sconvolta e sola. Mio marito naturalmente non era venuto. Ricordo il dolore fisico che provai. Il “praticone” non usò nessun tipo di anestetico. Mi sembrava non finisse mai.

Alla fine ero debole e tremavo tutta e la mia coscienza era morta. Non mi soffermai più di tanto su ciò che avevo fatto. Era morta anche la mia moralità. Cominciai a tradire mio marito.

Ben presto rimasi di nuovo incinta. Essendo il frutto di un tradimento, di nuovo cercai dove andare. C’era un’ostetrica che possedeva una bella villa, bei mobili. Lei era gentile, ma il trattamento fu lo stesso. Tanto male, quel male che ormai conoscevo. Tornai da lei, dopo circa due anni, in quella villa che poi chiamai “della morte”, e tutto si ripeté come prima. L’ultima fu in ospedale: ormai era diventato “lecito”. Ero anestetizzata, tranquilla, non sentii niente.

E’ proprio il caso di dirlo: non sentivo niente. Assuefatta a dare la morte ai miei figli!

Il mio matrimonio è finito.

Ho successivamente trovato un altro uomo, con cui ho iniziato a convivere e dal quale ho avuto un figlio che abbiamo desiderato e tenuto.

Successivamente ho iniziato un cammino di Fede. Sono inorridita quando ho capito l’orrore e la crudeltà dell’aborto, e mai mi sarei perdonata se Dio non mi avesse teso la mano per primo, perdonandomi per sempre. Solo Lui poteva farlo. Solo Lui poteva darmi tutto il Suo amore, cancellando il mio peccato.

Ma una cosa è il perdono e altra cosa è il ricordo. Questa è la ragione della mia testimonianza, per tutte le donne di ogni età, condizione sociale e familiare.

Non esiste una e dico UNA ragione al mondo valida a giustificare l’uccisione di una persona innocente e indifesa, come il tuo bambino.

Fatti aiutare, non uccidere tuo figlio: te ne pentirai per sempre, anche se avrai altri figli. La voce di quel bambino non voluto, non amato, non accettato, ucciso, ti risuonerà nelle orecchie e vedrai sempre una culla vuota, perché non si può tornare indietro.

Qualche anno fa sono andata a cercare quell’ostetrica, volevo parlarle di come Dio mi avesse aperto gli occhi e le Sue braccia nel perdono. Avrei voluto che anche lei potesse riconoscere il peccato e ricevere il divino perdono: purtroppo era morta, spero che sia riuscita a farlo prima.

Oggi perdono quelle persone che mi hanno indotto ad abortire, quelle che lo hanno fatto praticamente, perdono me stessa perché sono stata perdonata da Colui che solo poteva farlo, Colui che è morto anche per il mio peccato, Gesù Cristo.

Ti prego, non abortire, informati. Sono disponibile per parlare con Te, basta che contatti la Redazione di ProVita.”

 Elena C.

Tratto da Notizie ProVita, giugno 2015

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