29/08/2016

Aborto e giovani: parla Álvaro Ortega, di Más Vida

Se ai giovani si spiegasse esattamente cos’è l’aborto e chi è il concepito, si impegnerebbero molto più generosamente per difendere la cultura della vita.

La pensa così il giovane Álvaro Ortega, studente di Giurisprudenza e presidente della spagnola Fundación Más Vida. Lo abbiamo incontrato, insieme ad altri tre suoi amici e collaboratori (Ortega è il secondo da destra nella foto in alto), e non ci siamo persi l’occasione di fargli qualche domanda.

-Parlaci della Fundación Más Vida. Quando è nata e di cosa si occupa?

Siamo nati nel settembre 2013, dopo aver partecipato, insieme al mio amico Duarte Falcó, ad un convegno internazionale di giovani pro-life in Polonia. Vedendo tutto quello che facevano questi nostri coetanei nei loro rispettivi Paesi, abbiamo pensato che dovevamo impegnarci anche noi in Spagna. Oltretutto, quello era il periodo in cui l’allora ministro della Giustizia Gallardón aveva annunciato, a nome del governo, una drastica riforma (in senso positivo) della legge sull’aborto. Abbiamo dunque capito che nel dibattito politico apertosi era necessario far sentire la voce di giovani. Noi giovani ne abbiamo pieno diritto, visto che siamo il futuro della nostra società. Ebbene, dobbiamo lottare per il diritto alla vita, che è il più importante, perché senza di esso non vi sono gli altri. In Spagna ci sono molte associazioni che lottano per la vita, ciascuna con la propria particolarità. Nessuna però è specificamente rivolta ai giovani come la nostra, che oggi è divenuta il movimento di riferimento dei giovani pro-life spagnoli. Chiaramente in Más Vida ci sono anche persone più adulte, che con la loro esperienza e professionalità ci aiutano e consigliano nella gestione della Fondazione, offrendo un contributo decisivo.

-Nella tua esperienza i giovani rispondono positivamente quando si parla di questi temi?

Posso testimoniare che quando ricevono formazione, i giovani si impegnano. Quando conoscono la realtà dell’aborto, si scandalizzano ed entrano in azione. Del resto, basta guardare i nostri numeri: in appena due anni dalla nostra nascita, siamo passati da 30 a 480 volontari.

aborto_fundacion-masvida-Puoi raccontarci alcune delle campagne che avete portato avanti recentemente?

Sostanzialmente ci occupiamo di formazione e sensibilizzazione. Quanto alla prima, sappiamo che è fondamentale formare i giovani: ci siamo resi conto infatti che anche tra i sostenitori delle nostre posizioni c’è molta ignoranza riguardo alla vita prenatale, alle conseguenze dell’aborto e alle alternative ad esso. Pertanto, organizziamo conferenze e settimane di formazione proprio per far conoscere questi temi. A tal proposito, qualche mese fa abbiamo organizzato tre conferenze su vari aspetti della difesa della vita presso la facoltà di Diritto dell’Università Complutense di Madrid, fucina del radicalismo di sinistra di Podemos e del suo leader Pablo Iglesias. È stato un successo incredibile, con oltre 600 giovani partecipanti. E infatti alcuni (al massimo una cinquantina) esponenti di Podemos hanno tentato di boicottarci, ma non ci sono riusciti vista l’enorme sproporzione di numeri.

Quanto alla sensibilizzazione della società e dell’opinione pubblica, attraverso i giovani, preciso che non siamo un’associazione assistenziale e quindi non ci occupiamo direttamente di aiutare le mamme in difficoltà che sono incerte se abortire o meno. Però diamo una mano alle organizzazioni che lo fanno. Ad esempio attraverso campagne di raccolta di prodotti utili alle donne incinta, come il latte. Con il nostro “stile giovanile” riusciamo ad arrivare là dove magari altri non riescono.

-Oltre al tema dell’aborto vi occupate anche dei problemi relativi alla famiglia, come il “matrimonio” omosessuale e l’ideologia gender?

La nostra mission è specificamente rivolta alla difesa del diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, e quindi ci concentriamo prevalentemente sui drammi dell’aborto e dell’eutanasia. Tuttavia, come è evidente, si tratta di temi strettamente legati alla difesa della famiglia. Pertanto facciamo parte del Foro Español de la Familia, ma attualmente non conduciamo campagne specifiche su tali questioni. Piuttosto appoggiamo ed aiutiamo le associazioni che si dedicano prevalentemente a questo.

-Puoi dirmi in due parole come vedi la situazione in Spagna riguardo all’aborto?

Abbiamo perso un’occasione d’oro per cambiare le cose. La riforma, in senso restrittivo, della legge sull’aborto che aveva promesso il governo Rajoy non era certo il nostro ideale (perché l’unica soluzione giusta è l’abrogazione totale), però poteva rappresentare un enorme passo avanti e un esempio per l’Europa ed il mondo interi. Purtroppo abbiamo perso questa opportunità per il tradimento del Partito Popolare. Ma non ci arrendiamo e anzi sono convinto che, continuando a lottare, la società poco a poco, se ben formata, tornerà ad essere favorevole alla causa della vita.

Federico Catani

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