13/12/2014

Aborto forzato e olocausto: ieri e oggi

Quando si parla dell’Olocausto, spesso si dimentica che tra le numerose atrocità commesse dai nazisti rientra anche l’aborto forzato.

Ben Johnson, su LifeSite News, ci parla di  un recente incontro dell’Istituto americano di studi storici ebraici, tenutosi ad ottobre, con la  professoressa Rochelle Saidel, direttrice del “Rembember The Women Istitute”, che ha sottolineato l’importanza di parlare delle orribili esperienze vissute dalle donne durante la dittatura nazista, sottoposte all’aborto forzato e alla sterilizzazione forzata. Infatti, al processo di Norimberga 14 nazisti sono stati incriminati per “aborti procurati” eseguiti su donne i cui bambini non erano considerati “di razza pura”. L’aborto forzato e la sterilizzazione – ricorda la storica –  costituivano un passaggio obbligato per le donne che appartenevano ai gruppi perseguitati dal regime nazista.

Ma ancora oggi gli aborti forzati sono una tragica realtà troppo spesso dimenticata dall’opinione pubblica.

Sia l’aborto forzato che la sterilizzazione coatta, infatti, sono praticati da decenni nella Repubblica Popolare Cinese.

Dalla sua istituzione nel 1979, la politica del figlio unico ha impedito più di 400 milioni di nascite. Anche se non non è politicamente corretto gridare allo scandalo e al genocidio, la regolazione forzata della fecondità ha prodotto danni profondi e duraturi sulla psiche delle donne cinesi: nel 2009 si sono suicidate circa 500 donne al giorno, e tutt’ora il tasso più alto al mondo di suicidi femminili avviene in Cina. Senza parlare dei problemi sociali ed economici che ne sono conseguiti.

Come abbiamo più volte ricordato, Women’s Rights Without Frontiers è una delle poche voci che si alza a favore delle donne e dei bambini cinesi – insieme a  poche altre associazioni per i diritti umani: per esempio il silenzio di Amnesty International in materia è assordante.

Reggie-Anni-and-Ruli

Per inciso, ci piace condividere una bella notizia che ci giunge da WRWF: Anni e Ruli Zhang hanno ottenuto asilo politico negli Stati Uniti. Anni è “la più giovane dissidente, prigioniera di coscienza, incarcerata in Cina”. Lei e la sorella maggiore, Ruli, sono le figlie di attivista Zhang Lin, anch’egli  in galera, per essersi battuto per il diritto di Anni di andare a scuola.

Con l’aiuto di coraggiosi dissidenti che in Cina rischiano la libertà e la vita quotidianamente, la presidentessa di WRWF, Reggie Littlejohn (nella foto con Anni e Ruli), è riuscita a far espatriare le due ragazze negli Stati Uniti e le ha accolte in casa sua, con suo marito, come due figlie. Ora Gli USA hanno concesso alle ragazze il diritto di asilo.

Se poi guardiamo a quei Paesi, considerati “civilizzati”, dove è diffusa la terribile pratica del cosiddetto “aborto selettivo” (si abortisce se non è gradito il sesso del nascituro o per motivi eugenetici), non possiamo ignorare che è in atto una vera e propria strage di bimbi considerati “imperfetti”: non si tratta formalmente di aborti forzati, ma le pressioni che ricevono le madri, dai medici, dai parenti e dal contesto sociale, per “eliminare il problema”, che in realtà è un bambino, sono tali che molto spesso l’aborto non è affatto una “libera scelta della donna”, come gli slogan vanno ripetendo sistematicamente da decenni. Gli abbonati a Notizie Pro Vita hanno senz’altro letto la lunga serie di testimonianze in materia prodotte dall’Associazione Papa Giovanni XXIII.

Quando si pensa al genocidio nazista, quindi, sarebbe opportuno aprire gli occhi su ciò che avviene oggi, ogni giorno, non solo nella dittatura comunista cinese, ma anche nei cosiddetti paesi “civilizzati”, dove da anni si ripete un vero e proprio genocidio censurato e legalizzato. Se i bambini che vengono uccisi ogni anno in Italia sono 106 mila, vuol dire che ne muore 1 ogni 5 minuti.

Laura Bencetti

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