E’ veramente toccante la testimonianza di Stella Tucker pubblicata da Life News.
Invitiamo chi può a leggere l’originale, perchè la traduzione non le rende giustizia.
Per tanti anni nella vita è stata un’abortista, una abortista convinta. Poi tutto è cambiato: da quando lei stessa ha avuto un aborto . Ha subito capito di aver perso qualcosa di molto speciale, e che un così grande dolore non doveva provarlo più nessuno. Ricorda il test di gravidanza positivo che all’epoca per lei fu una realtà terrificante: stava per entrare al college, la scuola dei suoi sogni, per cui aveva penato e studiato e sofferto grossi sacrifici. La paura l’ha accecata e non ha considerato altre opzioni.
L’intervento fu fisicamente poco doloroso, ma emotivamente mortale.Se la scelta dell’aborto era davvero la scelta migliore, perché tutto si è svuotato, tutto è morto in lei all’improvviso? Il vuoto nel cuore le ha fatto capire di aver fatto la scelta sbagliata.
Ha cercato di lenire il dolore con tutti i vizi di questo mondo.
Poi un giorno vide un’ecografia della nipote. Il suono del suo battito cardiaco fu la cosa più forte che avesse mai sentito. E quasi casualmente, quasi contro la sua volontà, l’incontro col “medico” che ha curato tutto il male: ne aveva sentito parlare, ma lo evitava, lo considerava un prepotente...:Gesù Cristo. Il suo amore l’ha guarita, alla fine di un cammino difficile, lungo. E certe frasi hanno cominciato a suonare ai suoi orecchi come un insulto: “E ‘il tuo corpo, la tua scelta”, rispondeva: “No, era il corpo di mio figlio”; “Avrei fatto la stessa cosa se fossi stata nei tuoi panni” e lei: “Stai girando il coltello in una piaga”; “Non eri pronta per essere una madre” e lei:”Chi sei tu per determinare se ero in grado di gestire la maternità? Certamente non ero abbastanza forte per gestire l’aborto”; “Hai i tuoi diritti riproduttivi”, e lei: “Li aveva anche mio figlio”.
Poi la March for Life di Washington, e poi la sua gioia: la gioia di essere la voce per i bambini non nati, ogni giorno, che la motiva nel suo impegno pro life.
Francesca Romana Poleggi
