22/12/2015

Aborto – In Canada arrestata di nuovo la pro-life Mary Wagner

Protestare contro l’aborto non è affatto facile.

Gli attivisti pro-life che si ritrovano a pregare e/o manifestare davanti alle cliniche abortiste o di fronte alle sedi istituzionali e politiche, quando non vengono del tutto impediti, spesso sono fatti oggetto di attacchi verbali, di intimidazioni e di violenza. Si tratta di abusi e di limitazioni a diritti legittimi, riconosciuti pure dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (che si è pronunciata in merito piuttosto di recente).

In Canada però accade di peggio (ne abbiamo già parlato, ad esempio quiqui e qui).

LifeSiteNews racconta la storia eclatante della nota veterana dell’anti-abortismo, Mary Wagner, che dal 2000 ormai entra ed esce dal carcere a causa dei suoi sit-in a favore della vita e contro l’aborto (in totale è stata dietro le sbarre per quattro anni).

Il 12 dicembre scorso è entrata per l’ennesima volta all’interno di una clinica abortiva di Toronto, nonostante le leggi canadesi vietino di pregare o parlare con chi transita nei pressi di questi centri, e nonostante le forze dell’ordine l’avessero previamente avvisata di restare fuori.

La giovane donna, come sempre, ha portato in clinica degli opuscoli e alcune rose rosse da donare alle mamme intenzionate a sopprimere il bambino vivente nel loro grembo. L’obiettivo, ovviamente, è distogliere le donne da tale intento omicida.

Così, è scattato l’arresto. Ma al processo, Mary, come già accaduto le altre volte, ha rifiutato di parlare davanti ai giudici e ha rifiutato un avvocato difensore.

In una lettera aperta pubblicata ad aprile 2015, la Wagner ha voluto spiegare le ragioni della sua battaglia.

Convertita dopo aver sentito l’invito di Giovanni Paolo II – durante la Giornata mondiale della gioventù di Denver – a battersi contro l’aborto e l’eutanasia, la donna ha giustificato il suo operato spiegando che intende dare voce a chi non ce l’ha, ai più poveri tra i poveri, ovvero ai bambini vittime dell’aborto o che stanno per diventarlo. Bambini del tutto privi della possibilità di difendersi. E la cui causa va sostenuta anche con atti di pacifica ma ferma disobbedienza civile.

In Canada, a quanto pare, tutto ciò è ritenuto talmente pericoloso da prevedere addirittura la detenzione per quanti osano difendere la vita.

Ecco come vengono messe in pratica la civiltà, la tolleranza e la democrazia...

Redazione

 

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