30/05/2017

Aborto: in Svizzera non si può pregare per la vita

Vietato pregare per riparare al crimine dell’aborto.

Accade in Svizzera, nella ultrademocratica, civile, progredita e pluralista Svizzera.

Nella cappella dell’ospedale universitario di Losanna, ogni tredicesimo del mese un gruppo di fedeli cattolici della Fraternità San Pio X si raccoglie in preghiera per chiedere perdono per l’omicidio dell’aborto perpetrato con l’avallo della legge statale. Che poi è quanto è stato fatto pure a Roma la sera prima della Marcia per la Vita del 20 maggio. Ed è quello che avverrà in (speriamo) tante altre zone del mondo.

Però siccome la struttura ospedaliera è pubblica, il direttore generale Pierre-François Leyvraz – che dice di aver avuto notizia solo in questi giorni del “misfatto” – ha dichiarato che prenderà provvedimenti.

Leyvraz ha affermato che la cappella è un «luogo aperto non sorvegliato, basato sulla fiducia». Per questo motivo nuove preghiere di questo tipo non saranno più ammesse: «c’è una legge che garantisce il diritto all’aborto. Non possiamo accettare che alcuni individui la contestino all’interno delle nostre mura», ha sostenuto.

Peccato però che i fedeli in questione preghino nel luogo adatto a farlo: la chiesa costruita nell’ospedale. A questo punto, seguendo la logica del direttore generale, dovrebbe essere chiuso il luogo di culto. Intanto Leyvraz ha scritto alla Fraternità San Pio X per chiedere di togliere l’appuntamento mensile. E, come se non bastasse, per sicurezza, ha disposto di chiudere la cappella ogni mese al momento previsto per la preghiera.

Si tratta evidentemente di una indebita e gravissima intromissione in una sfera che non compete certo a chi gestisce la struttura ospedaliera. È una mossa totalitaria, che fa tornare la mente a tutti quei regimi, comunisti in primis, in cui si mandavano spie e delatori nelle chiese per sorvegliare fedeli e clero e tenere sotto controllo quanto veniva detto dal pulpito.

Solo che questo accade in Svizzera, in nome della tolleranza e del presunto diritto di aborto, cioè di ammazzare e fare a pezzi bambini indifesi e innocenti, impedendo loro di nascere. La lobby abortista non si limita a fare credere che assassinare i nascituri sia normale, ma è arrivata persino a impedire la preghiera per impetrare da Dio misericordia per questo abominevole delitto.

Qualcuno avrà il coraggio di reagire?

Federico Catani

Fonte: Ticinonline


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