30/12/2014

Aborto, legale, ma contro i diritti dell’uomo

La legalizzazione dell’ aborto è l’esempio più lampante di norma positiva che contrasta con la legge naturale, con quei diritti inviolabili dell’uomo che stanno bene sulla bocca di tutti, ma di cui effettivamente molti non si curano affatto.

Quando la legge positiva, la legge dello Stato, sia esso una dittatura o una democrazia, calpesta la legge naturale, scritta nella natura umana, eterna e immutabile nel tempo e nei luoghi; quando lo Stato, sia esso dittatura o democrazia, diviene uno “Stato etico”, cioè pretende di stabilire per legge cosa è Bene e cosa è male, ci rimette sempre l’essere umano. E innanzitutto il più indifeso.

Per esempio Isidoro, su Radio Spada, ci fa notare che “Tre volte, nella storia moderna, la parola ‘persona’ è stata ridimensionata”.

1857:

La Corte Suprema americana dichiara che i neri non sono persone “legali”; che sono proprietà dei loro padroni, i quali possono comprarli, venderli, torturarli e ucciderli secondo la loro volontà.

La schiavitù è legale.

 

1936:

La Corte Suprema tedesca, il Reichsgericht, rifiuta di riconoscere gli ebrei residenti in Germania “persone in senso legale”.

Il genocidio è legale.

 

1973:

La Corte Suprema americana nella sentenza Roe Vs. Wade, dichiara che i non nati non sono persone in senso legale; non hanno diritti civili o umani; sono proprietà della madre, che può scegliere di ucciderli.

L’aborto è legale per tutti i nove mesi di gravidanza.

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