26/05/2014

Aborto tra tortura e diritto. Contesta le competenze dell’ONU

Riportiamo un interessante ragionamento sul tema aborto, diritto e tortura tratto dal portale web di Novae Terrae in cui il Centro Europeo per la Legge e la Giustizia pone tutta una serie di quesiti all’ONU in merito alla classificazione dell’ aborto.

Non ultimo dei quali: le strutture competenti dell’ONU sono abbastanza preparate in materia?

___

In una relazione inviata all’ONU, il ECLJ (Centro Europeo per la Legge e la Giustizia) denuncia l’omicidio di neonati sopravvissuti all’ aborto nel Regno Unito, nell’ambito della revisione periodica del Regno Unito da parte del Comitato per i diritti dell’infanzia.

Secondo alcuni esperti delle Nazioni Unite, l’opposizione all’aborto sarebbe una forma di tortura e una violazione dei diritti dell’infanzia. Questa accusa è a dir poco scandalosa, poiché pregiudica la libertà di espressione e la libertà religiosa, e mette in discussione l’imparzialità di alcuni membri illustri del Comitato. L’accusa è stata formulata di recente contro la Santa Sede da alcuni membri del Comitato dell’ONU contro la tortura, che protestano contro gli insegnamenti della Chiesa Cattolica sulla santità della vita.

Lo scorso febbraio, il Comitato per i diritti dell’infanzia ‘ha sollecitato’ la Santa Sede a rivedere la sua posizione riguardo all’aborto e a modificare il diritto canonico per permettere questa pratica. Il Comitato dell’ONU ha falsamente sostenuto che l’opposizione all’aborto violasse i diritti dell’infanzia, omettendo il fatto che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’infanzia prevedesse “i bisogni di tutela e cure speciali, tra i quali un’appropriata protezione legale, prima e dopo la nascita”.

La Santa Sede ha risposto alle accuse affermando che il suo obiettivo è “prevenire la tortura o l’uccisione dei bambini prima della nascita, come previsto dalla Convenzione”. I Comitati delle Nazioni Unite sono composti da ‘esperti’ designati dagli stati membri. Spesso si tratta di accademici o attivisti delle ONG con alle spalle attività politiche.

Queste accuse contro l’opposizione morale all’ aborto rappresentano l’ultima mossa di una strategia a lungo termine per imporre agli stati, attraverso le leggi e le agenzie internazionali, un ‘diritto umano all’ aborto‘, e rendere l’opposizione a questa pratica un crimine. Le lobby abortiste sono attualmente attive, dato che vogliono inserire l’aborto nell’agenda per lo sviluppo post-2015, con il pretesto di migliorare la sanità materna in tutto il mondo. Questa agenda, con la negoziazione presso le Nazioni Unite, determinerà gli obiettivi primari per lo sviluppo dei prossimi decenni. Sarà finanziata con miliardi di dollari e i governi dovranno applicarla. Si tratta di una questione di grande importanza.
Nei decenni passati, in particolare durante le Conferenze Internazionali su Popolazione e Sviluppo del Cairo e di Pechino, i movimenti pro-aborto sono stati fermati da una coalizione di stati guidata dalla Santa Sede. Questo spiega l’attuale operazione di destabilizzazione e gli attacchi contro la Chiesa Cattolica all’interno delle Nazioni Unite: l’obiettivo è indebolire la sua influenza durante le successive negoziazioni.

L’obiettivo maggiore della strategia pro-aborto è vincere sul campo dei valori: rendere ciò che è pro-vita immorale e ciò che è pro-aborto morale, e mettere a tacere il sostegno alla vita. Sarebbe una completa inversione di valori: in realtà, l’ aborto è una forma di tortura e causa mortalità materna. L’ aborto, che sia legale o meno, non solo uccide un essere umano, ma comporta seri rischi per la salute fisica e psicologica e contribuisce all’aumento della mortalità materna. I paesi nei quali esiste una legge restrittiva all’aborto hanno un tasso di mortalità materna minore rispetto ai paesi nei quali questa pratica viene sostenuta.

In risposta a questi attacchi, il ECLJ, come ONG con stato consultivo con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), ha apertamente denunciato l’aborto, in particolare quello tardivo, come una specifica forma di tortura e di violazione dei diritti dell’infanzia.
-Lo scorso marzo, il ECLJ si è espresso oralmente e per iscritto prima del Consiglio per i Diritti Umani a Ginevra, denunciando la pratica dell’aborto tardivo e l’uccisione dei neonati sopravvissuti.
-Ad aprile, in un ‘appello urgente’, il ECLJ ha chiesto al relatore speciale dell’ONU sulla tortura di indagare sui bambini sopravvissuti all’aborto tardivo e sui metodi dell’operazione, in particolare nel Regno Unito e in Canada. In Canada, tra il 2000 e il 2011, 622 bambini sopravvissuti all’ aborto sono stati lasciati morire, e nel 2005 nel Regno Unito sono stati registrati 66 casi del genere. Il ECLJ sostiene che i metodi crudeli di aborto tardivo costituiscano una forma di tortura, in particolare quello conosciuto come ‘dilatazione ed evacuazione’: il feto ancora in vita viene smembrato e i pezzi vengono estratti dall’utero. Il ECLJ attende l’intervento del relatore speciale.
-Attualmente il ECLJ sta guidando una coalizione di ONG per denunciare prima della riunione del Comitato sui Diritti dell’infanzia l’uccisione dei neonati sopravvissuti, nell’ambito della revisione periodica del Regno Unito. Ieri ha presentato un rapporto al Comitato sui Diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite. Il Comitato dovrebbe interrogare il governo inglese riguardo alle accuse e prenderle in considerazione per la stesura del rapporto ufficiale.

Il ECLJ continuerà a sostenere il rispetto alla vita all’interno delle Nazioni Unite così come nelle istituzioni europee, servendosi di tutte le procedure legali a disposizione.

Esiste chiara evidenza di centinaia di casi reali di tortura e infanticidi in paesi come il Regno Unito e il Canada, ma la domanda è: gli organismi dell’ONU per i diritti umani, come il Comitato sui Diritti dell’infanzia e il Comitato contro la Tortura si dimostreranno abbastanza competenti e indipendenti da svolgere il proprio dovere? Oggi questi comitati hanno un grande bisogno di dimostrare la propria imparzialità.

Grégor Puppinck

 

Blu Dental

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.