21/04/2015

Aborto: una foto orrenda può salvare una vita

Intervista a Gregg Cunningham Direttore del Center for Bioethical Research (Centro per la ricerca bioetica), un’attivissima organizzazione pro life americana che denuncia l’orrore dell’aborto.

Questo articolo, apparso sul mensile Notizie ProVita del gennaio 2013, meritava di essere letto e merita di essere ricordato.

Molti lettori ricorderanno la campagna mediatica dei radicali, ai tempi del referendum, in cui sono stati demonizzati i manifesti esposti dal Movimento per la Vita, che mostravano l’orrore dell’aborto, tanto che furono censurati.

La realtà è che gli abortisti hanno paura della verità. Ne siamo ancora più convinti dopo aver conosciuto Gregg Cunningham e il suo CBR.

– Quando è nato il CBR, e perché?

Ho fondato il CBR nel 1991. I nostri obiettivi primari sono, a livello tattico, salvare i bambini e proteggere le madri, a livello strategico far vietare l’aborto, metterlo fuorilegge.

– Sul suo sito web, www.abortionno.org, vi sono filmati e immagini dell’aborto molto crude. Non pensa che questo possa offendere i lettori?

Noi non siamo eccessivamente preoccupati di ciò che le persone possano pensare di quello che mostriamo. Siamo invece profondamente preoccupati per quello che pensano dell’aborto. Le nostre immagini sono offensive, perché l’aborto è offensivo e ripugnante.

– Può parlarci del suo progetto “Genocide Awareness Project” (Sensibilizzazione sul genocidio)?

Mostriamo foto chiare e schiette su cosa è veramente l’aborto, nelle pubbliche piazze e nei campus universitari; anche perché gli abortisti in genere rifiutano di discutere con noi. In quelle rare occasioni in cui lo fanno, di solito, insistono sul fatto che non vengano mostrate foto o video sull’aborto. Al contrario, le nostre grandi foto e i nostri manifesti non possono essere censurati, non necessitano di un permesso ufficiale e sono visti da tutto il corpo studentesco.

Dobbiamo a volte minacciare e fare azioni legali perché sia rispettata la nostra libertà di esporre le foto in luoghi ben visibili. Abbiamo messo insieme una squadra di avvocati “d’attacco” che ci rappresentano gratuitamente. Ci concentriamo sulle università perché la futura leadership americana passa attraverso il sistema universitario. Solo grazie alle nostre foto gli studenti diventano consapevoli di cosa è veramente l’aborto: queste foto fermano gli aborti e reclutano nuovi studenti pro life.

Bludental

– Ci parli della sua campagna “Reproductive Choice” (scelta riproduttiva) e perché l’ha iniziata.

Questo progetto consiste nel circolare per le strade con furgoni ricoperti di manifesti con immagini di aborti. Suscitiamo così tante proteste che i media coprono le nostre attività e nella metà dei casi le mostrano anche loro. L’altra metà dei programmi le offuscano, ma devono ammettere con i telespettatori che l’aborto è troppo inquietante per mostrarlo in televisione. Vinciamo in entrambi i casi e riceviamo così milioni di dollari di pubblicità gratuita. Abbiamo più volte dimostrato che dove passiamo con i nostri furgoni, durante una campagna elettorale, il candidato pro life riceve più voti del candidato pro aborto.

– Che tipo di reazioni ottiene dagli studenti e dal pubblico in generale?

Le reazioni dei cittadini nei nostri confronti è generalmente di disapprovazione, ma perché la maggioranza, vedendo le foto, si rende conto di cosa sia veramente l’aborto e quanto sia ripugnante. Uno dei nostri slogan è: “Non odiate chi vi dà il messaggio, odiate l’ingiustizia che vi viene mostrata”.

– Lei ha anche sviluppato il progetto “Matteo 28:20”, che è simile al “Genocide Awareness Project” su descritto, ma si rivolge alle comunità religiose.

Abbiamo appena iniziato il nostro lavoro con quelle chiese in cui i sacerdoti aiutano a nascondere l’orrore dell’aborto. Vogliamo ridurre il tasso degli aborti tra i cristiani, incoraggiare le madri e i padri che l’hanno fatto a confessarsi, perché ricevere il perdono serve alla guarigione. E poi vogliamo spingere all’azione i cristiani inerti di fronte a questo genocidio. Stiamo agendo così anche presso i seminari.

– Perché molte chiese cristiane non insegnano ai loro adepti che l’aborto è l’omicidio di un innocente?

Perché la religione è spesso diventata un business e condannare l’aborto fa male al business: si possono allontanare persone, e le offerte diminuiscono.

– I grandi media, le organizzazioni internazionali come l’ONU e l’UE sembrano essere fortemente pro aborto, perché?

Si tratta d’istituzioni senza e contro Dio e storicamente l’empietà conduce sempre al genocidio. È sufficiente osservare l’Impero Romano prima e dopo Cristo.

– Avete mai incontrato problemi legali durante il corso delle vostre attività?

Noi siamo in tribunale quasi tutto il tempo. Attualmente abbiamo presentato due denunce contro due università con le quali siamo in causa [in America, la libertà di occupare spazi pubblici e di manifestare il proprio pensiero è ancora molto tutelata – N.d.T.] Questo è il motivo per cui anche in Italia, se vorrete far valere il vostro diritto di mostrare foto di aborti, sarà necessario assumere avvocati. Sarei felice di aiutarvi a realizzare questo progetto.

– Oltre ai progetti sopra menzionati, che mostrano l’aborto per quello che realmente è, sviluppate altre attività?

Siamo coinvolti in molte altre attività didattiche, ma sono riservate e non le discutiamo pubblicamente.

– Ha altri progetti o idee che desidera condividere con i nostri lettori?

Voglio aiutare i nostri amici italiani per iniziare a esporre l’umanità del bambino non ancora nato e la disumanità dell’aborto. Voglio aiutarvi a costruire un’organizzazione a tale scopo e intraprendere la su descritta strategia nelle piazze e nei campus italiani.

Antonio Brandi

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