Non c’è bisogno di scrivere alcunché: guardate questo video e vedrete con i vostri occhi cosa si permettono di fare alcune persone – un “attore” e il suo socio cameraman – nei confronti di un libero cittadino (Mario Adinolfi) che pacificamente teneva una conferenza in un teatro di Novara il 28 ottobre. Adinolfi che avuto il grande merito di mantenere la calma e di non reagire alle vergognose provocazioni di cui è stato vittima. Come già aveva fatto il cantante Povia qualche settimana fa, vittima della stessa provocazione – messa in atto da Le Iene – durante un concerto.
Mettere le mani addosso al prossimo è sempre e comunque un’offesa. Nel caso di Adinolfi e dell’attore ignudo (coperto solo da un mini perizoma), quantomeno si configura la fattispecie dell’art. 660 del codice penale: «Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a cinquecentosedici euro».
È un reato perseguibile d’ufficio. Attendiamo che un Pubblico Ministero intervenga, anche se le speranze che questo avvenga realmente sono poche...
Viviamo un tempo in cui O capiamo o moriamo, come scrive proprio Adinolfi: dobbiamo capire che tutti coloro che usano la ragione e il buon senso della vera libertà, oggi, sono minacciati. E non solo dalle carezze lascive di giovanotti neanche tanto bravi a recitare... ma anche in articoli in cui si augura nero su bianco che la figlia di Adinolfi, di sette anni, muoia impiccata.
Di fronte a tutto questo occorre mantenere la calma e continuare dire la Verità, perché la Verità vince, anche se la menzogna e l’insulsaggine fanno più rumore.
Redazione
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