24/08/2018

Anticristo Superstar: la morale tra la vita e la morte

Abbiamo intervistato Agostino Nobile, ‘un tipo irrequieto’, autore di un pamphlet che parla di valori e disvalori, di Nietzsche e della cultura della vita e della morte: Anticristo Superstar.

Agostino Nobile, musicista, conoscitore dei popoli e delle culture, scrittore... come si vuole presentare ai Lettori di Notizie ProVita?

Diciamo che sono sempre stato un tipo irrequieto, una tendenza che si è rivelata la mia fortuna. Se così non fosse non avrei mai abbandonato l’orchestra sinfonica e l’insegnamento. A un certo punto della mia vita ho contattato due impresari e sono partito per il mondo come pianista-bar e cantante. Una volta iniziata la mia nuova attività ho approfondito la conoscenza delle altre culture. Viaggiavo con due valige, una riservata agli effetti personali e l’altra ai libri. Per chi non ama la solitudine questo lavoro lo sconsiglio vivamente, ma per chi vuole un po’ di tempo per riflettere e per vedere il mondo senza filtri mediatici è una professione fantastica.

Le realtà socio-culturali in cui ha vissuto hanno a cuore quei ‘valori non negoziabili’ che qui nell’Occidente opulento e decadente non considera più nessuno?

Il rispetto per l’essere umano dal suo concepimento alla morte naturale, è un valore che appartiene al cristianesimo. Ma il diritto dei figli ad avere il padre e la madre, nonché il matrimonio tra uomo e donna, nelle altre culture non pensano nemmeno di definirli ‘valori non negoziabili’. Semplicemente perché sono valori essenzialmente antropologici. In tutte le culture del mondo, di tutti i tempi, la famiglia è formata da padre, madre e figli. Quindi non è una “fissazione cattolica”. È un fatto naturale. Nei Paesi atei come la Cina, il Vietnam e la Corea del Nord, l’omosessualità non è certo – per usare un eufemismo – la benvenuta. Dunque non c’è nemmeno bisogno di un dio per capire che la famiglia si stabilisce con il patto legale tra un maschio e una femmina. La famiglia non si fonda solo per l’aspetto affettivo, ma soprattutto per il peso sociale che rappresenta. È la colonna portante della società. Per quanto riguarda la decadenza dell’Occidente, essa non è causata dal fattore opulenza, anche se quest’aspetto non è da sottovalutare, bensì dalla mancanza di una vera guida cristiana. Lo prova il grande numero di nobili che durante i secoli hanno abbandonato le ricchezze di questo mondo per entrare negli ordini religiosi. Allora c’erano monaci e preti capaci d’infondere una fede granitica. Molti di loro possedevano una grande cultura, conoscevano a memoria il Magistero e affrontavano le immancabili eresie che nascevano come funghi, confutandole con argomentazioni rigorose.

E la politica laicista, che definisce i cattolici fuori dal tempo?

I politici e gli intellettuali che accusano i cattolici di essere retrogradi e oscurantisti, se non peccano di un’ignoranza crassa, utilizzano i vecchi metodi delle dittature. Come sappiamo, le ideologie per imporsi e sopravvivere hanno bisogno di un capro espiatorio, e il cattolico è la vittima perfetta. Dopo anni di calunnie e di lavaggi cerebrali, operati attraverso i testi scolastici e i mezzi di comunicazione, il cattolico, travolto dalle menzogne, vive contrito in sensi di colpa totalmente infondati. Tanto più che non pochi ecclesiastici sono caduti nella stessa trappola. Ignorano che la Chiesa è sempre stata portatrice di sviluppo in tutti i campi dell’umano. Il concetto di sviluppo non è stato diffuso dai cinesi, dagli indiani o dagli arabi, ma dagli europei. Non perché figli dell’Illuminismo, come vogliono farci credere, ma in quanto cristiani. Il processo di sviluppo è iniziato nell’Alto Evo, grazie ai monaci benedettini, e profuso nel Medio e Basso Evo. Senza la Cristianità, che ha ripreso e sviluppato il meglio delle culture Romana e Greca, oggi vivremmo ai livelli del Terzo Mondo. Se si toglie dalla storia il Cristianesimo, si torna alla società senza diritti, senza scienza e tecnologia, dove non esiste il bene comune e il forte ne fa di cotte e di crude al più debole.

È vero. Questo lo asseriscono anche antropologi e ricercatori agnostici, come Rodney Stark...
La difesa della vita dall’inizio, nel grembo materno, alla sua fine naturale; la difesa dei più deboli, specialmente dei bambini, dei disabili, degli anziani, sembrano non avere più senso. Sembra quasi che sia per ‘il loro bene’ che coloro che soffrono o che potrebbero soffrire, debbano essere eliminati. I più piccoli sono ‘di proprietà’ dei più grandi?

Non dobbiamo pensare che questo terremoto nichilista sia casuale. C’è un progetto ben definito, che mira alla dissoluzione della famiglia naturale e dei diritti della persona. La massoneria e il marxismo hanno stabilito che la famiglia ha un’influenza negativa nella società, e l’unico modo per renderla irrilevante è quello di ‘liberalizzare’ la donna e ridicolizzare la figura del padre. Come in una corsa a staffetta, il liberalismo ha realizzato il sogno massonico-marxista. Sappiamo che, dagli anni della rivoluzione sessuale – gli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso –, i media e la scuola sono stati gli interpreti principali di questa rivoluzione. Il femminismo era in prima fila per acquisire il diritto all’aborto, mentre i figli iniziavano a mettere in discussione l’autorità del padre e della scuola. Uno tsunami che ha investito tutte le classi sociali. Stimolando le debolezze dell’uomo hanno realizzato una trappola per umani. La trappola si chiama libertà, o meglio, ‘falsa libertà’. Una gustosa polpetta che, abbrutendo metodicamente la vita, avvelena l’amore e la compassione. Cosa resta di umano senza questi sentimenti? Ed è chiaro che alla base di questo processo mortifero c’è l’inganno. È per rispetto alla donna che si legalizza l’aborto, è per rispetto alla libertà individuale che si sessualizzano i bambini nelle scuole. Il disprezzo oggi si chiama amore.

La cultura della morte, il relativismo etico, la dittatura del pensiero unico, sembra – davvero – che offrano la libertà: libertà (anche sessuale) di raggiungere sempre il massimo piacere individuale. In cambio cosa chiedono?

Vogliono una civiltà formata da caste e una moltitudine senza legami affettivi per isolare la persona. Più o meno dei lobotomizzati, che producono, spendono e si autodistruggono con piaceri che portano all’insoddisfazione cronica. Quando la droga sarà legalizzata saremo già condannati a una vita insignificante. E, dato che questo stato di cose incrementerà il numero dei suicidi, si è pensato alla cosiddetta ‘dolce morte’, l’eutanasia. Un modo semplice e pratico per lucrare sia sui suicidi, sia sugli organi espiantati alle vittime. Non si vorrà mica uscire dalla società senza pagare il pedaggio? Il pensiero unico ha stabilito un traguardo: ridurre il numero della popolazione mondiale. Infatti, le nuove leggi antiuomo hanno in comune il rifiuto della vita. Il matrimonio gay non genera, l’eutanasia e l’aborto uccidono. In Anticristo Superstar riporto documenti e nomi di alcune organizzazioni sponsorizzate dall’Onu, che provano in maniera inconfutabile quanto affermo.

Le ‘nuove famiglie’ tolgono qualcosa alla famiglia naturale? E ai bambini?

Non sono tanto le ‘nuove famiglie’ che insidiano la famiglia naturale, quanto la ‘nuova coscienza’. Una volta che l’omosessualismo viene sostenuto dalle leggi, ci ritroviamo con le coppie gay che, per esempio, si baciano e si tengono per mano nei parchi pubblici dove giocano i bambini. Non è necessario spiegare a chi ha figli gli effetti devastanti che questi comportamenti producono sugli innocenti. Comunque, le famiglie gay non hanno storia, perché saranno i loro figli legali che reagiranno a questa immensa ingiustizia. Aspettiamo qualche anno e ne vedremo delle belle. L’innaturale e il trasgressivo all’inizio possono sembrare allettanti, danno la sensazione di cambiare l’aria pesante di casa, ma poi, se non si cade miseramente, arriva la disperazione. Con la natura non si scherza, non possiamo cambiarla a colpi di leggi o con disquisizioni politiche, filosofiche e psicologiche. L’ideologia relativista, se non viene fermata a tempo, è un bubbone che renderà la società una colossale fogna a cielo aperto. Milioni di innocenti ci rimetteranno la coscienza e la pelle. Ma il fetore insopportabile che aleggerà in tutti gli spazi vitali ci costringerà a ritornare al buon senso. Dobbiamo comunque sempre alzare le barricate, perché le lobbies multimiliardarie che si muovono dietro le quinte – come descrivo nel mio recente libro Quello che i cattolici devono sapere – hanno già deciso di arginare qualsiasi tipo di reattività. Dato che il programma procede con una sequenza calibrata per renderlo indolore (dagli anni Settanta a oggi abbiamo assistito alla legalizzazione del divorzio, dell’aborto, della sessualizzazione, dell’omosessualizzazione, del matrimonio gay, dell’utero in affitto, dell’eutanasia e dell’eugenetica), appare evidente che se continuiamo ad accettare l’aborto e tutto il resto come un dato acquisito, ci impianteranno biochips come fosse una necessità salva-vita o per proteggerci dalla criminalità informatica. Qui non si tratta di fede o meno, in questa persecuzione al buon senso non esistono distinguo tra atei e credenti, tra etero e omo. Gli utili-idioti che oggi sostengono l’ideologia relativista faranno una fine peggiore di chi vi si oppone. L’ideologia è sempre stata feroce, soprattutto con i suoi sostenitori. La storia del secolo scorso ce lo conferma.

Lei ha scritto che neanche Nietzsche sperava in una società come quella descritta nel suo Anticristo Superstar...

A fine Ottocento, quando il filosofo tedesco scrive L’Anticristo, siamo in pieno Romanticismo decadente e le emozioni primeggiano su tutti gli aspetti sociali. Forse, consapevolmente o meno, era cosciente del fatto che una società senza etica è destinata all’estinzione.

Ma davvero “Dio è morto”?

Diciamo che l’uomo si è distratto. Invece di pensare al senso della vita e guardare in alto, cerca di capire il senso della pancia e giù di lì.

Allora, aspettiamo la fine del mondo, o possiamo ancora sperare?

Da come stanno andando le cose in Europa, è più probabile una guerra civile. Se poi la domanda si riferisce agli ultimi tempi profetizzati, al credente non fanno paura. Chi ha qualcosa da temere è l’ateo che, appena si sente vicino alla sofferenza e alla morte, si sente come un novello trapezista appeso nel vuoto.

Francesca Romana Poleggi

Fonte:
Notizie ProVita, n. 42, Giugno 2016, pp. 22-24

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