17/11/2018

Asia Bibi non diventi un’icona libertaria: è la croce

E se Asia Bibi diventasse un’icona libertaria? Ne parlavamo con Vittorio Sgarbi: non è un paradosso, ma un rischio concreto, se si considera che il Canada si è offerto di concedere asilo politico alla donna cristiana condannata a morte in Pakistan per blasfemia, assolta dalla Corte suprema e ora nascosta in un luogo sicuro per sfuggire alla furia dei fondamentalisti islamici, decisi a ucciderla per punirla di una presunta bestemmia contro Maometto mai pronunciata. Il fatto è che il Canada si offre di accogliere Asia Bibi come “simbolo di libertà” e non come cristiana perseguitata. Insomma, la si vorrebbe ospitare come un qualsiasi dissidente politico che vede a rischio la propria vita facendo passare in secondo piano che è perseguitata per essere cristiana.

 Il Canada è fra i Paesi più libertari al mondo: qui è lecito l’aborto, è lecita l’eutanasia (è anzi fra quelli dove è più facile morire per legge), sono lecite le nozze e le adozioni gay, ed è soprattutto la patria dell’utero in affitto. Non è un caso che proprio il Canada sia il rifugio prediletto di molte coppie gay che vogliono avere figli con il ricorso alla maternità surrogata vietata per legge in Italia. In poche parole è la patria di quei valori che sono nettamente in contraddizione con la vita cristiana di Asia Bibi, una donna che ha subìto otto anni di carcere, di torture, umiliazioni, privazioni, angherie di ogni tipo, per restare fedele alla sua fede. Quella stessa fede che di fatto difende la vita umana dal concepimento alla morte naturale, la famiglia e il diritto di un figlio ad avere il papà e la mamma.

Il gioco è semplice. Offrendo asilo politico ad Asia Bibi il Canada si potrà fregiare del titolo di Paese accogliente e aperto ad ogni tipo di libertà, anche religiosa. Ma la Bibi non è una dissidente politica, bemsì una cristiana che è perseguitata in ragione della sua fede, non per altro. E ora rischia di diventare un simbolo libertario. Perché d’ora in avanti sarà molto facile per i canadesi “ricattare” tutti coloro che criticheranno quel Paese proprio per una concezione eccessivamente permissiva dei cosiddetti “diritti civili”, a iniziare da quelli che sono più in contrasto con l’etica e la morale cristiana. Asia Bibi in pratica sarà messa sullo stesso piano delle coppie gay che faranno ricorso all’utero in affitto, dei malati che chiederanno l’eutanasia e delle donne che vorranno abortire, perché tutto sarà ricondotto sotto un unico e indistinto concetto di libertà. Una libertà che non può essere però ridotta a un mero slogan propagandistico. Per questo l’Italia, Paese tradizionalmente cristiano e da secoli culla del cattolicesimo, non dovrebbe consentire una simile operazione e offrirsi per prima di concedere asilo politico ad Asia Bibi in quanto “cristiana” e non come semplice “rifugiata”. Salvare Asia Bibi per poi sfruttarla a fini ideologici come vorrebbe fare il Canada, sarebbe una beffa alla fine peggiore del danno.

Americo Mascarucci

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