07/02/2014

Belgio, digiuno e preghiera contro l’eutanasia ai minori

In vista della discussione della legge riserve sono state espresse anche dal Parlamento Europeo. Il primo appuntamento giovedì 6 febbraio con una veglia

Dopo tanti dibattiti sui media, dopo numerosi incontri privati per spiegare le rispettive posizioni, ai cattolici del Belgio resta solo la riflessione silenziosa e la forza del digiuno e della preghiera.

E’ questa la scelta – per certi versi controcorrente rispetto alla vicina Francia con le sue manifestazioni di piazza – su cui hanno trovato consenso vescovi e laici contrari alla proposta di legge che estende ai minori il ricorso all’eutanasia.

Anticipate già domenica 2 febbraio con un incontro di preghiera che si è tenuto nella chiesa di Saint Jacques sur Coudenberg a Bruxelles, saranno tre gli appuntamenti che vedranno confluire i fedeli cattolici nella capitale belga e in altre due città del Paese. Giovedì 6 febbraio a Bruxelles presso la Basilica di Koekelberg, la Veglia presieduta dall’arcivescovo (che è anche presidente della conferenza episcopale),  mons. André Joseph Léonard; in contemporanea un’analoga Veglia si terrà a Leuven presieduta dall’arcivescovo Jean Kockerols e sabato 8 febbraio è la volta di Basse-Wavre  presieduta da mons. Hudsyn.”Dobbiamo trovare il coraggio di dirlo ai nostri concittadini, pagando di persona: “Non è troppo tardi, ma è il momento di svegliare la nostra coscienza nel rispetto di quella dei nostri fratelli e sorelle in umanità. Contiamo su di voi!” è stato l’appello di mons. Léonard presentando l’iniziativa nei giorni scorsi .

L’appello al digiuno e alla preghiera, come sollecitato dai vescovi, vedrà altre veglie che andranno ad aggiungersi, presso santuari, parrocchie, scuole e ospedali cattolici.
Nel mese di novembre la Commissione Giustizia e Affari Sociali del Senato belga aveva approvato un’estensione ai minori della legalizzazione dell’eutanasia, in caso di malati terminali (come già in vigore in Olanda, ma a partire dai 12 anni di età) previo il parere di uno psicologo che attesti la capacità di giudizio e le intenzioni del minore. In un comunicato congiunto i leader religiosi – il Gran Rabbino di Bruxelles, Albert Guigui, Robert Innes, della Chiesa anglicana, mons. André-Joseph Léonard, presidente della Conferenza episcopale del Belgio, Geert Lorein, del Sinodo federale delle Chiese protestanti ed evangeliche, il metropolita Panteleimon Kontogiannis per la Chiesa ortodossa, e Semsettin Ugurlu, presidente dell’Esecutivo dei musulmani in Belgio – avevano espresso “delusione e tristezza” per tale decisione. Pur condividendo “l’angoscia di quei genitori che hanno un bambino che sta andando verso una fine prematura della vita, soprattutto quando soffre, tuttavia riteniamo che le cure palliative e la sedazione siano un modo degno di accompagnare un bambino che muore di malattia”.

A questa dichiarazione era seguita una Nota a firma dei vescovi riuniti per la loro Assemblea plenaria a Grimbergen (cui si era aggiunta la Lettera di 38 pediatri). “Perché legiferare in una materia così delicata?” nella convinzione che “Aprire la porta all’eutanasia sui minori, invece, significa correre il rischio di estenderla ai disabili, ai malati mentali, a coloro che sono stanchi di vivere”.

E la settimana scorsa è giunta ai parlamentari belgi anche una forte critica da parte del Consiglio d’Europa: in una dichiarazione scritta, firmata da membri di diversi paesi, si afferma che il Belgio è in errore se ritiene che “i bambini siano in grado di dare un consenso informato per l’eutanasia e che possano comprendere appieno il significato delle gravi conseguenze che una tale decisione comporta” .

Una dichiarazione di questo tipo è una sorta di petizione che i parlamentari possono scegliere o meno di firmare: non impegna tutta l’assemblea, ma è comunque un documento ufficiale per mettere in guardia un Paese membro dell’Unione in merito a una grave situazione  riguardante i diritti umani e l’etica (altro è il richiamo all’Italia riguardo alla Legge 40). Il Consiglio d’Europa ritiene quindi che il Belgio legiferando in tal senso “tradisca i bambini più vulnerabili, perché ammalati, in un momento in cui avvertono che la loro vita non avrebbe più alcun valore intrinseco”.

Ed è proprio sul senso della vita, di ogni vita che intendo far riflettere i pastori del Belgio con l’iniziativa di digiuno e preghiera.

di Maria Teresa Pontara Pederiva

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