19/03/2017

Campari&deMaistre, i giovani e la controrivoluzione

Ieri sera ProVita, nei panni del suo presidente Toni Brandi, accompagnato da Francesca Romana Poleggi, è intervenuta alla presentazione del libro “Pensieri controrivoluzionari”, pubblicato dal blog Campari&deMaistre con la casa editrice Historica.

Sullo sfondo un cuore vandeano, simbolo eccellente della Controrivoluzione.

Il libro, da poco uscito, è una raccolta di contributi sui temi più svariati scritti da varie persone di Campari&deMaistre, blog di giovani cattolici fondato nel 2011 e che col tempo ha raccolto attorno a sé numerosi collaboratori e lettori.

Tra i fondatori di Campari&deMaistre c’è Federico Catani che, con Giulia Tanel (lei pure ha collaborato al libro e al blog), è uno dei capo-redattori di ProVita. Ha dato poi il suo contributo al libro anche Giuliano Guzzo, uno tra i membri più validi di questa Redazione. campari_DeMaistre_controrivoluzione

È stato un piacere sentir parlare dei giovani, colti, informati, responsabili, ma anche ironici e spigliati (il blog intitolato a de Maistre “si digerisce solo con un Campari”: e il sottotitolo è “La serietà non è una virtù“): da Riccardo Facchini, ad Alessandro Elia, a Francesco e Paolo Filipazzi. Gli interventi dell’avvocato Marco Sgroi e di Toni Brandi, gli unici “fuori quota” (un bel po’ fuori quota, invero!), non hanno rovinato, però, il clima “controrivoluzionario”, davvero controcorrente e anticonformista, che si è piacevolmente respirato.

In parte, gli interventi – come il libro di Campari&deMaistre – si sono incentrati su temi religiosi e di liturgia cattolica, in parte si è parlato di filosofia e di metafisica, di Tomismo e Razionalismo, di identità dei popoli, di nazionalismo e di populismo, e poi si è parlato della solitudine e della disperazione dell’uomo post-moderno, l’uomo destrutturato e distrutto laddove sono state erose e scompaginate le strutture portanti che reggono la società e gli individui: la nazione e l’identità dei popoli, appunto, e la famiglia.

Campari&deMaistre_controrivoluzione-minLa distruzione passa certamente attraverso l’ideologia gender e la cultura della morte che è di moda, che è politicamente corretta, a cui il diktat del pensiero unico ci impone di conformarci. Di qui – tra le altre cose – la proposta di legge sull’eutanasia travestita da DAT di cui ha parlato Brandi.

Ma questa serata ha mostrato l’abbattimento di uno stereotipo (di quelli che vanno davvero abbattuti): che i giovani siano rivoluzionari, che la modernità sia dei giovani e che la controrivoluzione e la tradizione sia roba da vecchi. Non è vero. Ieri c’era una folta rappresentanza di uomini e donne sotto i 30 (o appena sopra)  che mostrano grinta e determinazione, con intelligenza serena e gioiosa. Giovani uomini e donne, non “ragazzi”: lasciamo che si chiamino così i cinquantacinquenni con la sindrome di Peter Pan che si conformano al pensiero unico.

I giovani uomini e le giovani donne di Campari&deMaistre ci hanno fatto un’iniezione di speranza per la quale saremo loro sempre grati.

Redazione


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