17/03/2017

Centri massaggi? In realtà sfruttano le bambine...

«Centri massaggi trasformati in case chiuse. Quattro arresti». «I massaggi? Erano troppo intimi». «Massaggi hard per cento euro. Un arresto nel blitz…». «Montichiari: Chiuso il centro massaggi hard». Questi sono alcuni dei titoli di Bresciaoggi negli ultimi anni che hanno visto crescere come funghi il numero di questi centri benessere e dei relativi clienti.

I centri massaggi sono quasi sempre gestiti da persone provenienti dall’Asia, soprattutto cinesi, e non è una novità che spesso vi si eserciti abusivamente la prostituzione, basta fare una piccola ricerca in rete per constatare che i casi di incursione e sequestro locali da parte delle forze dell’ordine sono centinaia, se non migliaia, in tutta Italia. Spesso, chiuso un centro ne riapre un altro, nello stesso luogo, intestato ad un’altra persona ma il succo non cambia, l’attività svolta è la medesima.

Ho riportato alcuni titoli di Bresciaoggi poiché ieri mi è arrivato un messaggio su Whatsapp contenente un’immagine fotografata sulla pagina degli annunci economici del suddetto quotidiano cittadino, con un commento perentorio: «Allucinante».

centri-massaggi_bambine_prostituzione_Brescia

Pur sapendo che ormai non bisogna più scandalizzarci di nulla e che ogni giorno ce n’è una nuova, ho ingrandito la fotografia. Si trattava della pubblicità di un centro massaggi di Brescia. In testa al piccolo annuncio pubblicitario una scritta: «Novità. La perla di Bangkok». Sotto, il prezzo della prestazione: «Massaggio € 30,00 / ora», seguito da «nuove operatrici» e dall’indirizzo del locale. Sulla parte destra la fotografia di una bambina di 12 anni al massimo. In un altro riquadro una pubblicità simile di un locale non troppo distante dal primo, la foto di un’altra ragazzina, sempre di quell’età ma truccata, stesso prezzo e la lista dei servizi forniti tra i quali spicca un «massaggio romantico».

Che si faccia riferimento a Bangkok e alla Thailandia dovrebbe far subito scattare l’allarme, rizzare i capelli e ricordare quanto si dice e si denuncia spesso in diversi reportage sul turismo sessuale che è, soprattutto in questo Paese asiatico, fonte di un giro d’affari multimiliardario. Giovani donne vengono rapite e messe a disposizione di uomini che, da ogni parte del mondo, si scelgono una vacanza all inclusive, compresi gli intrattenimenti a sfondo erotico con bambine e ragazzine. Quando se ne parla questi casi vengono rubricati sotto la voce “pedofilia”. In questo caso non c’è nemmeno bisogno di viaggiare, il servizio è sotto casa. Che un quotidiano lo pubblicizzi, seppur in buonafede perché probabilmente chi ha costruito quella pagina è incorso in una leggerezza, è gravissimo.

Nel numero di ieri, 16 marzo, dopo che sono partite alcune proteste contro la pubblicità pubblicata il giorno precedente, pare che la foto della bambina sia stata sostituita da quella di un’altra leggermente più matura, si fa per dire.

La cosa grave è che questi centri massaggi esistono ed è incredibile che, almeno per quel che ne so io, nessuno, fatta eccezione per chi ha divulgato la fotografia del giornale tramite smartphone, abbia denunciato quella pubblicità. Solo alcuni anni fa a Brescia ci furono una serie di casi di presunta pedofilia, cavalcati da certe associazioni e da certa politica, poi smontati, nella loro assurdità, dalla Giustizia. Se ne parlò per mesi e mesi pur “sapendo” che non c’era la benchè minima prova e due donne subirono ingiustamente il carcere. Oggi nessuno si accorge di questi “indizi” che potrebbero invece portare a scoperte raccapriccianti.

Attilio Negrini



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