18/06/2016

Droga libera, proposta irresponsabile: e gli effetti indesiderati?

Le “Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati” presuppone una delle menzogne più infami, diffusa dalla cultura della morte dal ’68 in poi: la distinzione tra droga “leggera” e “pesante”.

Guarda caso, menzogna coetanea alla propaganda del divorzio, della contraccezione e dell’aborto... tutti gli strumenti che la cultura della morte ha messo in campo per arrivare alla distruzione della società.

Ne Il Mondo Nuovo di A.Huxley, infatti, insieme al sesso libero (anzi “obbligatorio” completamente disconnesso dalla procreazione (che avviene rigorosamente in vitro), in una società dove la famiglia non esiste più, tutti hanno gratis il “soma”, una droga che assicura sempre e comunque la “felicità”. Così tutti stanno tranquilli. Dimenticano i problemi, si rilassano e  vanno a costituire una società di schiavi dementi, asserviti al pensiero unico del Grande Fratello di turno.

Intanto possiamo rispolverare – con Paolo Deotto (le frasi in corsivo sono sue) –  i testi di Medicina Legale, come quello di Antonio Cazzaniga e Caio Mario Cattabeni, per sapere quali sono gli effetti della cosiddetta droga leggera, che questi irresponsabili in Parlamento vogliono legalizzare.

A livello comportamentale, l’uso di cannabis causa principalmente:

  • Imprevedibilità di comportamento (aggressività, che può essere seguita da apatia, e viceversa).
  • Incapacità di concentrazione e di memoria (effetti questi ben constatati da tanti insegnanti).
  • Fasi di esuberanza sessuale incontenibile, seguite da fasi di indifferenza.
  • Incapacità di regolare e controllare l’istintività [anche questo è constatato dagli insegnanti, caro Deotto...NdR]
  • Allucinazioni.

Sì. Il consumatore abituale di cannabis – droga leggera –  può soffrire di  allucinazioni anche se “disintossicato”: le lesioni cerebrali infatti – non guaribili – restano come danno permanente e l’aver cessato l’assunzione della droga non giova, perché ormai il cervello è danneggiato.

C’è indubbiamente chi ne fa uso per anni senza subire gravi conseguenze, ma c’è anche chi invece patisce gravi danni, sia contingenti che permanenti, anche da un uso sporadico e moderato. Insomma, è una pazzesca roulette russa: quando si schiaccia il grilletto non si sa se la cartuccia sia in canna.

Curiosità storica: Ho Chi Minh, presidente del Vietnam del Nord, negli anni della guerra dichiarò senza problemi che una delle armi usate contro i soldati americani era proprio la diffusione tra di essi della cannabis, il cui uso abituale rendeva gli uomini apatici e inabili al combattimento.

Chi scrive può confermare pienamente quanto riportato da Deotto: in 30 anni di servizio nella scuola media superiore, di ragazzi brillanti, intelligenti, magari un po’ sfaticati e lazzaroni, ma vivaci e simpatici, che nel giro di un anno o due si sono spenti e rimbambiti per colpa delle canne (“Tanto io smetto quando mi pare”), purtroppo, ne ha conosciuti davvero troppi. Per non parlare di quelli che sono passati – per assuefazione – a provare droga più potente e che ci hanno rimesso la vita.

Francesca Romana Poleggi


 

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