11/06/2013

È ora di finirla con l’aborto, le donne meritano di meglio

Sognavo di diventare un’infermiera, da grande. Volevo lavorare al pronto soccorso o comunque aiutare in qualche modo le persone nel momento in cui entrassero in ospedale all’apice di una crisi, per risolvere qualsiasi problema avessero. Nella mia immaginazione era tutto così semplice.

In qualche modo i risultati che ho raggiunto nella mia carriera ben soddisfano i miei sogni di bambina, sebbene io non sia in effetti un’infermiera. Magari non lavoro proprio in un pronto soccorso, ma comunque sono presente quando una donna sta affrontando un grave problema. Non avrei mai immaginato un giorno di lavorare per un’organizzazione il cui scopo principale è quello di porre fine all’aborto, perché da bambina io nemmeno sapevo cosa fosse l’aborto. E nemmeno credevo che qualcuno potesse far del male ad un bambino, meno che mai ucciderlo. Io amavo i bambini, e li amo ancora.

Ora che sono una persona adulta vedo il mondo per come è veramente, egoista, individualista ed avido. Resta ancora qualcosa di buono nel mondo? Sicuramente, ma comunque sia il bene è abbastanza difficile da trovare, specialmente se passi buona parte del tempo su un marciapiede davanti ad una clinica per aborti. L’organizzazione pro-life per la quale lavoro è piazzata proprio vicina al più grande centro per aborti tardivi dell’emisfero occidentale.

L’abortista/assassino Kermit Gosnell ha occupato i recenti notiziari dopo che la sua “casa degli orrori” è venuta allo scoperto, ed ora anche l’abortista texano Douglas Karpen sta facendo notizia. Lo si accusa di aver ucciso bambini, non solo nell’utero, ma anche dopo nati. Gli impiegati descrivono metodi quali staccare la testa ai bambini o infilare qualche strumento chirurgico nella loro fontanella.

Sono consapevole che non sia facile leggere di questi dettagli e che essi possano urtare la sensibilità di alcuni, ma è proprio questo il punto. Si deve essere disturbati! Dobbiamo agire sulle nostre convinzioni! Questo è ciò che l’aborto realmente è, sia esso al primo trimestre oppure al terzo. Entrambe le procedure fanno a pezzi il bambino e pongono termine alla sua vita.

Ho sentito dire che se questi bambini avessero due anni e fossero gettati in un lago per affogarli, qualsiasi persona che venisse a saperlo si precipiterebbe a salvarli. Ebbene chiedo: qual è la differenza? Non si impone alla ragione il fatto che la malvagità dell’aborto sia pari a quella di gettare un bambino di due anni in un lago per affogarlo? Se possibile l’aborto è anche peggiore, perché questi bambini sono ancora più innocenti, indifesi e meritevoli del nostro amore e protezione.

Probabilmente già sapete che l’aborto uccide il bambino e nuoce alla donna, ma vi siete mai fermati a pensare quanto odiosa sia davvero tale azione? Un metodo per praticare aborti nei primi mesi di gravidanza è quello di usare una pompa a vuoto per aspirare violentemente un minuscolo essere umano fuori dal grembo della madre, mentre il suo piccolo cuore sta ancora battendo, con una forza tale da far implodere anche una tanica di latta: http://www.youtube.com/watch?v=ICy6i_bzEGw (dimostrazione di una macchina per aborti)

Negli aborti tardivi invece le mani e le braccia vengono strappate via da questi piccoli esseri umani mentre sono ancora vivi. Una tale violenza contro un uomo indifeso commessa in nome dei “diritti delle donne”. Un uomo che forse aveva grandi potenzialità, che avrebbe amato la madre, e che avrebbe magari trovato la cura per il cancro o l’AIDS. Ma non lo sapremo mai.

Pare che alla Planned Parenthood, alla NARAL e ad altre organizzazioni abortiste piaccia accusare quanti di noi militano nel movimento pro-life di voler privare le donne del servizio sanitario. Io questo lo chiamo totale non senso. Non c’è alcun beneficio alla salute psico-fisica della donna in un aborto. Come è possibile parlare di servizio sanitario quando c’è qualcuno che muore?

La Planned Parenthood è stata colta in flagrante a violare la legge in molte occasioni: non denunciando i casi di corruzione di minore, diffondendo false informazioni mediche, praticando aborti selettivi in base al sesso, e addirittura aiutando sfruttatori della prostituzione. Se pure un gigante dell’aborto come la Planned Parenthood fa queste cose, allora credetemi, anche gli altri le fanno. Se tutto ciò non vi disgusta abbastanza da cominciare a combatterlo, che cosa potrà farlo? Lo ripeto, questa è la realtà dell’industria dell’aborto.

La Marcia per la Vita di quest’anno a Washington DC ha visto la partecipazione di più di 500.000 persone. Si sono riunite per marciare a favore della vita, dichiarsi contrarie all’aborto e condannare la Planned Parenthood. È stato un grande evento e molto incoraggiante, ma essere pro-life non può significare soltato partecipare a tali manifestazioni una volta l’anno. Significa invece entrare a far parte di qualche gruppo pro-life locale, pregare fuori dalle cliniche abortiste, farsi sentire dai propri rappresentati politici e dir loro di supportare leggi pro-life, evangelizzare i propri vicini. Essere pro-life significa difendere la vita ad ogni costo.

La nostra fede cristiana ci sprona a difendere gli indifesi. Papa Francesco ha chiamato tutti i cattolici a difendere i bambini non nati anche se per questo si viene perseguiti. Questa è la nostra gioia ed il nostro dovere, questo è perché siamo qui. Questa Terra non è la nostra casa. La nostra casa è l’eternità, ma sono le nostre decisioni di oggi a determinare dove sarà questa casa. Difenderemo i bambini di Dio o chiuderemo gli occhi per non vedere una tale terribile ingiustizia? Indipendentemente dalla denominazione cristiana cui si appartiene, tutti crediamo che Egli è il creatore. Quindi come pensate che Egli si senta quando noi ignoriamo l’assassinio dei Suoi preziosi bambini che Egli ha creato a Sua immagine?

Io sono stata cresciuta ed educata come cattolica ma per la maggior parte della mia vita ho ignorato la Sua chiamata, e so che dovrò rispondere di questo. Adesso io vedo quanto sia orribile ciò che l’aborto fa al bambino non nato e alla donna, ed anche ciò che esso ha fatto alla nosta società.

La Beata Madre Teresa una volta ha detto: «Non dobbiamo sorprenderci quando sentiamo di delitti, uccisioni, guerre e odio. Se una madre può uccidre il proprio figlio, che cosa ci impedisce di ucciderci l’un l’altro?» Noi siamo diventati indifferenti a questi delitti, ormai essi sono nei libri, nelle riviste, nei videogiochi e nei film. Quando è stata l’ultima volta in cui siete stati profondamente colpiti da una notizia riguardante “solo un altro” omicidio?

Dobbiamo cambiare il nostro modo di guardare all’aborto, la Planned Parenthood e noi stessi. L’aborto è legale da quarant’anni. Non è solo ora di renderlo illegale, è ora di renderlo inimmaginabile. Le donne meritano di meglio che credere che quella sia la loro unica scelta. Le donne devono conoscere il loro potenziale ed abbracciarlo: noi siamo migliori di questo, e più forti, ed è tempo di combattere per noi stessi e tutti gli altri. Uomini, abbiamo bisogno anche di voi! Questa non è solo una “questione femminile” o “religiosa”, questa è una questione di diritti umani!

Con le parole di Papa Giovanni Paolo II: «Una nazione che uccide i suoi figli è una nazione senza futuro».

Traduzione a cura di Francesco Santoni

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeNews in lingua inglese

di Suzanne Miral – coordinatriche della Houston Coalition for Life

Blu Dental

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.