24/06/2013

E se vostra figlia vi chiedesse di farle la barba?

Può sembrare una presa di giro, ma ahimè non lo è.
Anzi se foste Nils Pickert, vi sembrerebbe normalissimo e con due bei colpi di rasoio magari fareste contenta la piccola, sperando di non sfregiarle il visino innocente ovviamente.
Questo strano signore, è divenuto famoso sui casi di cronaca in quanto si è messo ad indossare la gonna in giro, però non perché scozzese, bensì soltanto dietro richiesta del suo piccolo di 5 anni.
Il padre “premuroso di sani principi”, non poteva certo obiettare al ragazzino che la gonna la usano le femmine, ma da “attento educatore” all’eguaglianza di genere qual è, ha preferito indossarla insieme al bimbo e passeggiare allegramente per le strade di Berlino, dopotutto, come asserisce Nils «non mi sta neppure così male».

Il problema è nel fatto che oggi se ne trovano molti di genitori così, (beninteso, grazie al cielo, non che si mettono la gonna), che accettano la teoria su l’eguaglianza di genere o cosiddetta “teoria del gender” e che la insegnano ai propri figli come corretta educazione per la crescita; tra l’altro sembra che non pochi fautori del “politically correct” vorrebbero introdurla nell’insegnamento scolastico elementare.

Ma cosa è  questa “teoria del gender” ?
Cercherò in poche parole di spiegarla.
Tradizionalmente gli individui vengono divisi in uomini e donne sulla base delle loro differenze biologiche, infatti il sesso e il genere costituiscono un tutt’uno.
La “teoria del gender” propone invece una suddivisione, sul piano teorico-concettuale, tra questi due aspetti dell’identità:
a)    il sesso (sex) che costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici, maschili o femminili.
b)    il genere (gender) che rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione, definizione e incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo status di uomo, donna, gay, lesbo, trans, bisex ecc..

Il genere, secondo questa teoria, diventa un prodotto della cultura umana, il frutto di un persistente adeguamento sociale e culturale delle identità, ed è per questo che un uomo può “scegliere” di diventare donna e così via.
In sostanza, il genere è un carattere appreso o che io scelgo a mio piacimento e non innato: niente di più menzognero.
Come già sosteneva Sigmund Freud, che certo non si può definire un integralista talebano,  l’uomo e la donna sviluppano la propria psicologia interiorizzando il proprio corpo sessuato durante l’infanzia e l’adolescenza. Quando questo non accade, i soggetti non accettano il proprio corpo reale rappresentandone uno che non corrisponde alla loro realtà personale: il corpo immaginato è diverso dal corpo reale e da questo passo si arriva ad identificarsi per ciò che non si è, portando il soggetto difronte ad un disorientamento sessuale.

Il Dott. Roberto Marchesini, noto psicoterapeuta, spiega così la “teoria del Gender”: «Innanzitutto si tratta di un atteggiamento di ribellione nei confronti della realtà che non può che aumentare la sofferenza e l’angoscia nell’uomo. Secondariamente, questa teoria porta ad una visione che muta radicalmente la natura dei legami relazionali. La relazione, anche sessuale, non è più il compimento di un progetto della natura umana, ma diventa questione di scelta, anche ideologica, sradicata dal livello biologico, persino variabile nel tempo. Infine, come è nel destino di ogni ideologia, anche la “teoria del gender” si sta trasformando quasi in una dittatura, che limita la libertà di pensiero e di espressione e discrimina chi non si adegua a questa visione dell’uomo».
Signori, se la natura  (a parte i casi di gravi patologie quali l’ermafroditismo) è costituita da maschi e femmine, uomini e donne, un motivo dovrà pur esservi.
Non è dato a noi scegliere il proprio sesso, ma bensì ci è dato di riconoscerlo, di rispettarlo ed identificarci in esso: “c’est la vie”.

Quindi vi do un consiglio, se un domani vostra figlia vi chiedesse di farle la barba rispondetele così: « No tesoro, la barba se la fa il papà, semmai quando sarai  più grande tu al suo posto ti metterai sulle labbra un bel lucidalabbra», vedrete che la bambina non si scandalizzerà affatto.

di Niccolò Corsi

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