08/11/2014

Eutanasia, la fine della dignità

​Non sorprende il “trattamento” che giornali e televisioni hanno riservato alla decisione di Brittany, la giovane americana malata di tumore al cervello in fase terminale, ​che ​aveva annunciato la sua morte e poi l’ha eseguita, sostenuta nella sua decisione dall’associazione Compassione e Scelta, che lotta per il diritto all’ eutanasia ​.

Ha dichiarato: “Arrivederci a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, tenuto conto della malattia in fase terminale, questo terribile cancro al cervello che mi ha imprigionato...ma mi avrebbe imprigionato tanto di più”​.Lo ​ aveva scritto in un messaggio letto sui social network da oltre 10 milioni di persone.

La cultura del darsi la morte o di farsela dare da altri, si diffonde sempre più e sempre non avere ostacoli di sorta. “Oggi non ho tempo. Oggi voglio stare spento!”, canta Vasco Rossi in “Vivere”. Può essere l’inno di questa modernità​. Non a caso​,​ tempo fa​,​ i diritti di quella musica e di quel testo furono ceduti ai radicali dell’Associazione Coscioni per uno spot sulla legalizzazione dell’ eutanasia . Durava un minuto. Un uomo anziano, sdraiato sul letto, aspettava la morte, circondato dagli affetti, dai ricordi e dal suo cane. Le parole e la musica di Vasco Rossi incoraggiavano a stare dalla parte di chi si fa togliere la vita. Sensibilizzano l’opinione pubblica, si disse.

Così come sensibilizzano l’op​i​nione pubblica tutte quelle cronache che enfatizzano​, ad esempio, Emma Bonino durante la trasmissione televisiva “ Le invasioni barbariche del 21 dicembre 2010: «Morire in dignità – disse – è amare la vita e credo che questa scelta spetti a ciascuno. Ognuno la farà o non la farà in base a quello in cui crede, in base anche a chi ha una religione e chi non ce l’ha. Se vuoi, questo è un filo conduttore: scegliere chi amare, scegliere se diventare madri, scegliere la procreazione assistita, che è un atto d’amore, scegliere la vita e quindi morire in dignità. Monicelli l’ha detto ed è triste un Paese dove bisogna aprire una finestra di un ospedale per morire in dignità». Alla voce “dignità”, l’Enciclopedia Treccani dice: «La condizione di nobiltà ontologica e morale in cui l’uomo è posto dalla sua natura umana, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e che egli deve a se stesso”. Ormai, sono rimaste solo parole. Niente di più.

Danilo Quinto

 

 

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