24/07/2015

Eutanasia: Lambert è salvo, nonostante la CEDU

L’équipe medica dell’ospedale di Reims dov’è ricoverato Vincent Lambert, l’infermiere francese di 38 anni in stato di minima coscienza dal 2008, ha detto NO alla sua eutanasia.

Questa vittoria è anche frutto della mobilitazione delle Associazioni che hanno inviato migliaia di firme e di lettere al Comitato costituito per evitare che fossero sospesi cibo e acqua al malato.

Difatti la legge francese ha recepito la cultura della morte che ha ucciso Terri Schiavo ed Eluana Englaro: sarebbe una “bella morte” (“eutanasia”, appunto) far morire di fame e di sete una persona (sedata, così non “soffre”) che di per sé non è moribonda, non è attaccata ad alcuna macchina ... è in stato di “minima coscienza”: quindi è senziente e cosciente in misura ridotta, anche se gravemente handicappata. Il nostro Salvatore Crisafulli si è risvegliato dopo anni di questa condizione dicendo che era perfettamente conscio di tutto quello che gli accadeva intorno. Ma la sua testimonianza, come quella di tanti altri, non fa notizia.

I tribunali e la Corte europea di Strasburgo (quella CEDU che tutela i diritti umani, come per esempio il diritto alla vita), avevano dato parere favorevole all’uccisione di Lambert.

I commentatori (come RAI.it), però, sono piuttosto costernati dalla presa di posizione dei medici dell’ospedale di Reims: parlano di “decisione a sorpresa”, di “lasciarlo andare” e di “accanimento terapeutico” e concludono che “sarebbe legittimo staccare la spina”.


Peccato che non c’è nessuna spina da staccare.
Il malcapitato ha bisogno solo di qualcuno che gli dia da mangiare e da bere con un sondino, che da solo non ce la fa.

Mi chiedo a volte: il neonato che ha bisogno del biberon, o il bambino piccolo a cui servono gli omogeneizzati – e che da soli davvero non mangiano – sono vittime di accanimento terapeutico anche loro?

Francesca Romana Poleggi

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

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