06/08/2013

Gattaca

Gattaca, la porta dell’universo” è un film del 1997 del regista Andrew Niccol. Un bel film di fantascienza, secondo i più. Secondo me un film profetico, che a rivederlo oggi fa tremare le vene ai polsi.

Vincent, il protagonista, deve affrontare tutta una serie di peripezie per mantenere il suo lavoro e per realizzare i suoi sogni e le sue aspirazioni: infatti è stato concepito naturalmente dai suoi genitori e ciò è male: gli esseri umani come lui sono cittadini di serie B, imperfetti, dei “paria”che possono occupare solo le posizioni sociali più infime. La piena dignità umana è riconosciuta solo alle persone concepite in provetta a seguito di selezione eugenetica, dotati di un corredo cromosomico perfetto (il DNA è composto da Guanina, Adenina, Timina e Citosina, da cui l’acronimo che dà il titolo al film).

I nostri lettori sanno che oggi al 90% dei bambini down viene impedito di nascere e che il cosiddetto aborto “terapeutico” (una “terapia” serve a curare, l’aborto serve ad ammazzare) consente – in Italia, e in gran parte dei paesi “civili”- di disfarsi di tutti gli imperfetti, che dovranno vivere una “vita non degna di essere vissuta” (ricordiamo che l’espressione è stata coniata dai filosofi dell’eugenetica nazista). Anzi, viene prospettata ai genitori la soluzione dell’aborto come “inevitabile atto d’amore”: sarebbe solo egoismo far nascere un bambino destinato a soffrire.  E così vengono eliminati con aborti spesso tardivi bambini che presentano imperfezioni di ogni genere, perfino piccoli problemi assolutamente secondari e risolvibili come il labbro leporino o il piede torto. ( Ma quale persona, nella vita, non è destinata a soffrire? Quale umano può essere “privo di sentimenti”? Quale vita è fatta solo di gioie? Quali gioie potremmo gustare se non dovessimo sopportare anche il dolore?)

Ma Gattaca non è solo questo. Infatti la tecnologia genetica consente indagini sulla mappatura cromosomica sempre più raffinate: la bella Angelina Jolie si è fatta amputare il seno, perché rischiava – forse – di contrarre il tumore, ricordate? Bene le donne incinte di bambine che portano nel DNA la cosiddetta “mutazione BRCA 2” , perché mai dovrebbero mettere al mondo figlie che portano il gene del cancro al seno? Sarà una vita degna d’essere vissuta quella di una donna che dovrà continuamente stare sotto controllo? Sarà un “gesto d’amore” evitarle tante angosce e tante rogne! Per non parlare del costo sociale: tutti questi malati, in tempi di crisi, danno proprio fastidio...

Poi c’è la fibrosi cistica: una grave malattia ai polmoni o al sistema digerente, che è tuttora incurabile: l’aspettativa di vita è intorno ai 40 anni.  La ricerca progredisce, la qualità della vita dei malati migliora, le prospettive degli esperti sono ottimistiche: ma se un bambino è portatore del gene (anche portatore sano), nel 95% dei casi viene abortito. In America una coppia ha vinto la causa con il medico che non aveva diagnosticato il problema e ha quindi impedito ai genitori di eliminare il problema (insieme al bambino)...

E finalmente il bambino perfetto, senza anomalie genetiche, è nato : grazie alla innovativa e rivoluzionaria tecnica NGS ovvero la Next Generation Sequencing, messa a punto nell’Università di Oxford dal team di ricercatori diretto da Dagan Wells. Con questa tecnica si individuano in 24 ore tutte le eventuali anomalie genetiche sia quelle che riguardano i singoli geni, sia le alterazioni nel numero di cromosomi, sia le anomalie nel DNA mitocondriale. La selezione dei poveretti concepiti in vitro si fa così ancor più spietata, ma alla fine nasce il bambino perfetto... speriamo che non finisca sotto una macchina...

Il lettore scuserà il cinismo. Ma chi siamo noi per fare tutto questo? Da che pulpito osiamo giudicare la vita degna d’essere vissuta degli altri? Come possiamo “garantire la perfezione” dei figli d’Adamo ed Eva, che – parafrasando C.S. Lewis – sono comunque segnati dal limite? Qualcuno ha segni più evidenti, qualcuno meno, ma tutti abbiamo un’anima immortale, e questo è ciò che ci rende ontologicamente tutti con pari dignità. Tutti. Se tale dignità viene riconosciuta solo a coloro che qualcuno considera “perfetto”, allora sarà molto peggio che Gattaca.

di Francesca Romana Poleggi

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