09/08/2016

Gaystapo spagnola in azione contro i vescovi “no-gender”

In Spagna la Gaystapo torna all’attacco contro ogni forma di dissenso dall’ideologia LGBT.

Abbiamo già detto della Legge contro la diversità sessuale e di genere approvata il mese scorso dall’Assemblea della Comunità di Madrid (guidata dal cosiddetto centro-destra).

Ebbene, di fronte a una simile violazione della libertà di coscienza dei cittadini, della libertà di educazione dei genitori e dei diritti dei bambini, tre vescovi hanno avuto il coraggio di alzare la voce e condannare il totalitarismo arcobaleno.

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I vescovi che parlano chiaro sono nel mirino della Gaystapo

Si tratta del vescovo di Alcalá de Henares, mons. Juan Antonio Reig Pla, e di quelli di Getafe, mons. Joaquín López de Andújar e mons. José Rico Pavés (rispettivamente vescovo e vescovo ausiliare). I tre sono tra i più coraggiosi presuli di Spagna e già in passato (vedi ad esempio qui, quiqui) non hanno mai mancato di far sentire la propria voce a difesa del Magistero della Chiesa Cattolica e, più in generale, del buon senso e della libertà. Già nel marzo scorso, ad esempio, si erano scagliati contro la Legge sulla Transessualità, approvata dalla medesima Comunità di Madrid.

Nel messaggio diramato domenica scorsa 7 agosto, i tre vescovi hanno ribadito che quella appena approvata è una legge liberticida e ingiusta, alla quale nessuno è tenuto ad obbedire. Inoltre è una norma che va contro gli stessi diritti delle persone omosessuali. Infatti proibisce ogni forma di aiuto ed accompagnamento (sia esso medico, psicologico o, addirittura, religioso) per quanti, non contenti del proprio orientamento sessuale, vogliono cambiare o per lo meno vivere secondo l’insegnamento della Chiesa.

Di fronte a tale presa di posizione, immediata è arrivata la reazione della lobby LGBT ed è partita la campagna intimidatoria della Gaystapo. Come riporta Actuall, l’Osservatorio Spagnolo contro la LGBTfobia ha annunciato che intende denunciare i tre vescovi. Allo stesso tempo ha chiesto alle autorità pubbliche e ad ogni cittadino di riprovare e prendere pubblicamente le distanze da quel messaggio “infame” ed oscurantista.

E poi ci vengono a dire che siamo noi quelli liberticidi...

Redazione

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