03/10/2015

Gender: padre Carbone torna a parlare dopo la censura di quest’estate

Aveva fatto parlare di sé quest’estate per via della censura subita al Meeting di Rimini, dopo che due giornalisti di La Repubblica lo avevano accusato di diffondere “strane teorie” sulle unioni omosessuali.

Ora padre Giorgio Maria Carbone – che di certo non può essere tacciato di remissività – torna sul tema del gender e lo fa in un’intervista rilasciata a Il Giornale a seguito del riuscitissimo convegno dal titolo “Ideologia del gender: una rivoluzione antropologica”, organizzato da ProVita presso l’Angelicum di Roma e che tra i relatori contava anche Toni Brandi (Presidente di ProVita), Rachele Ruiu della Manif Pour Tous Italia, la Professoressa Dina Nerozzi e Federico Iadicicco, dirigente nazionale di Fdi-An, e di cui abbiamo parlato qui.

Che cosa significa definire il gender una ‘rivoluzione antropologica’? “Intendo – ha affermato Carbone – la possibilità per ognuno di noi, in base a queste teorie, di potersi comportare indipendentemente dalla propria identità corporea. Se, ad esempio, posso cambiare quando voglio il mio orientamento, perché mi percepisco di genere fluido, allora non mi identifico più nel mio corpo. Il mio corpo diventa una sorta di materiale esterno alla mia identità personale, che posso cambiare a piacimento. La prospettiva di genere ideata da Money conduce a questo: cancellare la rilevanza della corporeità sessuata maschile e femminile, riducendo tutto a scelta”.

gender_arcobalenoTuttavia tale prospettiva viene spesso proposta in maniera poco limpida, celata dietro al duplice obiettivo di porre fine alle discriminazioni e alla mancanza di rispetto. Due aspetti di certo importanti, a patto che non vadano a intaccare l’unicità di ognuno, livellando tutte le persone su un piano di uguaglianza formale. “Ma ci sono anche – ha proseguito il padre domenicano a Il Giornalegli obiettivi remoti. Tra questi, vi è il dissolvimento delle relazioni familiari volto ad ‘atomizzare’ l’individuo per portarlo ad agire come massa. Per quanto riguarda la battaglia per i cosiddetti diritti civili per le coppie dello stesso sesso, inoltre, essa appare priva di fondamento nel momento in cui le istanze di queste coppie sono già disciplinate dal nostro ordinamento, riguardo assistenza ospedaliera, accesso alla cartella clinica, successione del contratto di locazione. Il vero scopo di questa battaglia è, al contrario, rendere aperto a tutti il mercato della provetta. […] L’appello alla libertà, al rispetto, alla non-discriminazione, che mi trova concorde, in realtà cela un nuovo traffico, quello delle forniture a pagamento di spermatozoi, di ovociti e dell’affitto dell’utero: moderne forme di schiavitù, altro che libertà!”.

Chiamato infine a esprimere un giudizio sui giornalisti di La Repubblica artefici di aver montato il caso quest’estate, accusando Carbone di diffondere falsità in tema di diritti civili, il padre domenicano non può far altro che riaffermare l’evidenza: l’accusa che gli era stata mossa non aveva alcun appiglio perché quanto da lui affermato trova riscontro su evidenze scientifiche. “C’è un abisso tra una teoria, che è un’ipotesi di studio da verificare, e un’evidenza. […] Se poi – chiosa Carbone – vogliamo censurare un dato di realtà, denigrarlo o ironizzare su di esso, allora, addio al progresso scientifico e umano”.

Padre Giorgio Maria Carbone sarà ospite del Coordinamento Famiglie Trentine lunedì 12 ottobre a Rovereto (TN). L’incontro, dal titolo “Il gender e la Chiesa Cattolica”, si terrà alle ore 20:30 presso la Sala Conferenze della Fondazione Caritro di Rovereto, in piazza Rosmini 5.

Redazione

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