25/09/2015

Gender: teoria inaccettabile. La Chiesa lo ribadisce

«La Chiesa non accetta la “teoria del gender” perché essa è espressione di una antropologia contraria alla vera e autentica valorizzazione della persona umana».

Queste le parole chiare, nette ed inequivocabili del documento finale che ha concluso l’Assemblea del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) tenutosi a Gerusalemme dall’ 11 al 16 settembre scorsi.

Un ulteriore messaggio, se mai ce ne fosse ancora bisogno (e purtroppo ce n’è!), per tutti quei cattolici, laici o chierici, che tentennano sulla questione, magari confidando più nel ministro Giannini che nel buon senso di chi tocca con mano la realtà di molte scuole italiane.

Nel medesimo documento, i rappresentanti dei vescovi europei hanno anche ribadito che «La Chiesa crede fermamente nella famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: è la cellula fondamentale della società e della comunità cristiana stessa. È difficile capire – aggiungono – perché diverse situazioni di convivenza devono essere trattate nello stesso modo. Particolare preoccupazione desta il tentativo di applicare la “teoria del genere”: è un progetto del “pensiero unico” che tende a colonizzare anche l’Europa e di cui ha parlato spesso Papa Francesco».

Tra i vescovi italiani presenti all’Assemblea c’erano il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, e mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste.

Intervistato la scorsa settimana da Avvenire, il card. Bagnasco, in merito ai lavori della Ccee, ha dichiarato che la teoria del gender, «è una violenza sui bambini perché già dalle materne si vuole imporre una visione delle cose per cui ognuno sceglie di essere sul piano dell’identità sessuale quello che ritiene e per quanto tempo ritiene. Questo significa gettare nella confusione più grande i nostri bambini, ragazzi e giovani in nome del principio “fai quello che ti pare”, che invece viene ammantato da un concetto di libertà individuale come un diritto. Inoltre si tratta di un gravissimo attacco alla libertà educativa dei genitori, che hanno il diritto e il dovere di educare i loro figli secondo le proprie convinzioni. Non esiste autorità pubblica, che possa andare contro la volontà dei genitori. Dunque la teoria del genere non può essere imposta palesemente né contrabbandata in modo surrettizio come si sta facendo». Anche qui, parole cristalline e incontestabili.

Dichiarazioni, quelle del presidente della Cei, che vanno di pari passo con quanto espresso dal card. Agostino Vallini, Vicario del Papa per la diocesi di Roma. Come riporta Zenit, durante il convegno pastorale diocesano tenutosi al Laterano sempre nei giorni scorsi, il porporato, parlando a braccio, ha detto che «Quella degli insegnamenti gender è una problematica che si sta sempre più sviluppando. Adesso si stanno attuando addirittura i corsi di formazione per gli insegnanti del Comune di Roma. Mi chiedo: perché i genitori, che sono i primi e i più importanti educatori dei propri figli, non si riuniscono e non si battono per evitare questi insegnamenti? Anche noi possiamo intervenire in questo dibattito, ad esempio perché non portiamo proposte diverse ed innovative quando le scuole realizzano i POF, ovvero i Piani dell’Offerta Formativa? La teoria del gender non è una teoria scientifica del quale è impossibile fare a meno! La scuola deve apportare insegnamenti che rispettino la natura della famiglia. So che non si sono lette molte nostre dichiarazioni su questo tema, ma questo non significa che non ci stiamo lavorando. Vi prego fate qualcosa, aiutateci a combattere il gender!».

Un appello incoraggiante, che noi di ProVita, insieme a tante altre associazioni abbiamo già preso sul serio da molto tempo. Non siamo soli.

Redazione

 

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