18/03/2015

Ideologia gender e “non addetti ai lavori”

Dopo il seminario dell’8-9 marzo all’ Ateneo Pontificio Regina Apostolorum “SAPERE PER EDUCARE”, sulla teoria gender e la scoperta di buoni progetti educativi per la scuola e la famiglia, una nostra lettrice ci scrive:

“E’ ora di rimboccarsi le maniche anche per noi non addetti ai lavori!”

Ho sempre letto la rivista ”Notizie Pro Vita” pensando quanto erano ammirevoli le persone che se ne occupavano e come erano esperte e come era bene che qualcuno lottasse per valori che condividevo….. ma non pensavo di avere competenze per fare qualcosa.

Dopo aver partecipato l’8 e il 9 marzo al seminario di studi a Roma all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum sulla teoria gender ed altro, ho capito che tutti siamo chiamati a essere addetti ai lavori, c’è un’emergenza educativa, ognuno può fare qualcosa.

Ci stanno scippando l’educazione di figli e nipoti, tutto sta avvenendo in modo subdolo, strisciante, così che sarà troppo tardi quando la maggioranza silenziosa ne prenderà coscienza. La teoria Gender sta entrando nelle scuole col cavallo di Troia della lotta al bullismo ed alla discriminazione. A quanti leggeranno voglio trasmettere la necessità di entrare in battaglia infondendo coraggio: non siamo soli, le associazioni organizzatrici del convegno sono in rete al servizio di chi abbia bisogno d’informazione e supporto. [email protected]

Alle due giornate hanno partecipato più di cinquecento persone in prevalenza di Roma e dintorni, ma non sono mancate presenze significative da altre regioni. Professori, dirigenti scolastici, avvocati, psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, medici di varie branche, laici operatori pastorali, suore, sacerdoti, disegnatori, editori, genitori, giovani, anziani, anche il regista Pupi Avati, hanno unito le forze allo scopo di “ SAPERE PER EDUCARE”.

Il clima dei lavori è stato di intensa comunione, ci siamo sentiti coinvolti nella responsabilità di agire e reagire ad un attacco sferrato alla famiglia che è il fondamento della nostra umanità.

Tutti hanno messo a disposizione se stessi, le proprie competenze, amicizie, esperienze, disponibilità e tempo per una sfida che non si può perdere.
I relatori sono stati straordinari, la loro professionalità messa al servizio dei convenuti è stata un dono; pian piano, la preoccupazione e la sensazione di impotenza che all’inizio attanagliava molti di noi, ha lasciato spazio alla certezza che possiamo far valere la ragione ed il buon senso alzando la voce uniti.

La dottoressa Dina Nerozzi ha concluso la seconda ed ultima giornata con un incoraggiante “DAMOSE DA FA!!!!”

Questa la sintesi degli interventi che mi hanno colpito maggiormente:

– Dott.ssa Dina Nerozzi, specialista in neuropsichiatria infantile ed endocrinologia
La Dott.ssa Nerozzi con grande disponibilità e piglio da condottiera, ha coordinato i relatori della mattina del 9 marzo dando preziosi contributi nell’inquadrare gli argomenti via via trattati. Ci ha mostrato una fotografia affermando: “Questa foto vale più di un’enciclopedia contro la teoria Gender!”
Era ritratta una bimba di tre, quattro anni col volto impaurito che con la manina copriva gli occhi della bambola stretta a sé, vicino alla sua guancia. Dai panni che indossava e dalla scarsa pulizia, si intuiva la sua povertà e la mancanza di attenzioni di chi doveva occuparsene. La bimba, pur così piccola, sentiva il bisogno di proteggere la sua bambola dalla visione di qualcosa di molto brutto che era sotto i suoi occhi. Certamente questo gesto era istintivo, nessuno poteva averglielo insegnato, e tanto meno inculcato, dato il suo evidente stato di trascuratezza.
La nostra coordinatrice non ha tratto conclusioni “scientifiche”, ma per tutti noi quello era un ennesimo, semplicissimo esempio delle reali differenze ed attitudini dell’uomo e della donna.
“Le false idee somigliano alle monete false, sono coniate da qualche malintenzionato e poi spese da persone oneste che perpetrano il crimine senza saperlo .”J. DE MAISTRE.
Con questa citazione la Dottoressa Nerozzi ha voluto sottolineare che con la teoria Gender, si sta facendo uno scambio tra fantasia e realtà destinato a protrarsi nel tempo. Si tenta di diffondere una cultura che rigenera se stessa nella quale l’utopia governa il mondo ... e quando al governo non c’è più il logos, si entra in un circuito di sonno della ragione!
Da ragazzi, al liceo – continua la Dottoressa- recitavamo scherzando una cantilena: “La filosofia è quella cosa con la quale, per la quale, senza la quale il mondo resta tale e quale!” In realtà non è così, bisogna vigilare perché la filosofia ha un grande peso nel modificare il clima culturale e le idee.

– Prof.ssa Giorgia Brambilla Associato, Facoltà di Bioetica, Ateneo Regina Apostolorum, Roma
La professoressa ha iniziato con una slide, in cui campeggiava la scritta ”Amare per Educare” (il seminario si intitolava “Sapere per Educare”). “Chi non ama è sconosciuto a se stesso –ha affermato- , l’amore è la più alta sapienza ed è il termometro della nostra umanità. Quando qualcuno si comporta con efferatezza, lo definiamo disumano se invece agisce amorevolmente, lo diciamo umano. Mai ci viene in mente di dire che una tigre, a seconda del suo comportamento, si tigrizza o detigrizza!
Vi sono molti aspetti connessi all’amore che spesso sono sottovalutati: verità, dignità, libertà, responsabilità, dolore, legge naturale.
L’amore comporta la libertà di autodeterminarsi e libertà da condizionamenti. La libertà deve contemplare la responsabilità, altrimenti è priva di contenuti. A Manhattan ci vorrebbero due statue, quella della libertà e quella della responsabilità.
L’esperienza della libertà è inseparabile dalla verità gnoseologica, verità con la minuscola. Attualmente c’è un allontanamento dalla verità nella conoscenza, si tende a far coincidere la razionalità con la razionalità scientifica, dunque si ha una soggettivazione nella capacità della ragione e una conseguente sfiducia in essa, sfiducia che diventa CENSURA . Nella “Populorum Progressio” il Papa Paolo VI afferma che il mondo soffre per mancanza di pensiero, la verità è condizione essenziale per la razionalità del dialogo.

Altro aspetto connesso è il dolore, ultimamente la letteratura tende ad escludere dall’amore la dimensione della sofferenza portando ad esempio relazioni non equilibrate e sane in cui le donne “amano troppo” (vedi “Donne che amano troppo” di R.Norwood).
Qual è la norma dell’amore? –continua la dottoressa Brambilla- La norma è la persona. La natura della persona detta il criterio di liceità e stabilisce cosa è bene e cosa è male in una data situazione.
Giovanni Paolo II nel suo scritto ”Amore e responsabilità”, afferma che l’amore è l’unico atteggiamento adatto da rivolgere all’uomo, e noi oggi – sostiene la nostra relatrice – abbiamo bisogno di una visione antropologica che guardi l’uomo nella sua realtà. La società attuale tende a dubitare del valore della persona umana, c’è lotta tra cultura della vita e quella della morte, siamo vittime del pensiero nichilista.
In tutto questo discorso la bioetica ha un ruolo fondamentale in quanto essa è amore per la diffusione del bene e della vita, essa è formatrice della coscienza morale sul valore infinito di ogni persona umana.
Nell’ Evangelium Vitae, Giovanni Paolo II sostiene la necessità di un’azione educativa e pedagogica verso i giovani affinché costruiscano la loro vita in modo conforme alla verità della natura dell’essere umano.
Per dialogare con le altre culture abbiamo bisogno di un valore comune e questo è la dignità dell’essere umano.
La fenomenologia dell’essere umano coglie la verità antropologica, la corporeità è epifania della persona, la materialità rimanda alla interiorità. La nostra società, invece, è somatocentrica, il culto del corpo s’impone con prepotenza, i centri benessere si moltiplicano, le beauty farm fanno affari d’oro ... ma quando il corpo si ammala, esso è rifiutato! Il corpo, considerato solo nell’aspetto materiale, separato dalla persona, diventa un oggetto eliminabile se è di peso. Ecco il diritto di morire, di cambiare sesso, di uccidere il nascituro!

Dobbiamo invece affermare con forza che l’essere umano esiste nel suo corpo che è il campo realizzativo della persona. La legge naturale chiede il rispetto di ciò che è reale nell’uomo. Non dobbiamo considerare tolleranza lasciar esprimere agli altri errori evidenti senza contestarli. Dobbiamo riconoscere il valore unico ed irripetibile di ogni essere umano!”

Blu-Dental

– Dott.ssa Raffaella Iafrate Associata di Psicologia Sociale, Università Cattolica di Milano.
“Educare viene dal latino: ex duco, conduco fuori, oriento. E’ giusto educare gli istinti? Attualmente esiste un eccessivo spontaneismo: anche le direttive O.M.S. consigliano di lasciar sfogare gli istinti. Dal punto di vista pedagogico ci si accontenta di crescere persone incistate nella loro infantilità emotiva, incapaci di relazionarsi fino all’estremo, come vediamo nella cronaca nera, di sopprimere l’altro. Oggi molti adolescenti sono in balia di se stessi con tante domande cui nessuno risponde, hanno svariati disagi spesso legati al rapporto con la propria sessualità. Così come curiamo l’aspetto cognitivo altrettanto dobbiamo fare con quello emotivo.
Dobbiamo distinguere tra emozione (ex moveo), sostantivo che evidenzia il soggetto che sperimenta, e affetto (participio passivo del verbo afficio) parola passiva che esprime un legame con l’altro. L’emozione è qui ed ora, è limitata al momento. Nei programmi TV di talent scout sentiamo dire: “Mi hai dato emozione”, è qualcosa di immediato e breve. L’affetto richiede tempi lunghi: c’è un incontro, una relazione, un vincolo con l’altro, c’è un progetto una dimensione storica. Abbiamo un nome ed un cognome che non ci diamo da soli, di cui non siamo padroni, la relazionalità ci specifica in modo unico, nessuno può parlare di sé senza riferirsi ad una storia e ad un altro. Questa dipendenza per la propria esistenza è cardine dell’identità dell’uomo.
L’emotività segue sempre il principio del piacere, altrimenti c’è patologia (vedi i masochisti), l’affetto, invece, è connesso ad una dimensione etica e non sempre conduce ad un piacere immediato: si soffre, si perdona, ci si sacrifica.
Non esiste esperienza emotiva né affettiva che non abbia un’implicazione del corpo, e del corpo sessuato. La psicologia dimostra che attraverso il corpo passa la coscienza di sé, laddove ci sono patologie (anoressia, bulimia….) c’è una sconnessione psiche-corpo. La psicosomatica vede il sintomo come espressione di un malessere profondo.
La società che creiamo dipende dal concetto che abbiamo del corpo, esso può essere considerato oggetto per il piacere, per le emozioni e dunque sarà trattato in modo narcisistico, curato, vezzeggiato, coccolato, sarà un oggetto da possedere. (Il narcisismo o fagocita o espelle l’altro). Oggi c’è un attacco al biologico, si negano i limiti del corpo, esso è il luogo disordinato dell’io.

Se invece crediamo in un corpo in relazione, esso è il confine della persona e le consente di essere dono per l’altro, le consente di andare oltre se stessa con la generatività. Attualmente la sfida culturale è recuperare lo scopo del corpo che, nella differenza sessuata, pone l’umanità in grado di andare avanti. L’obiettivo della vita umana è la generatività biologica e/o sociale (vedi suore, sacerdoti….). Una società non generativa è stagnante e se non accetta il limite del corpo nella sua de-finizione sessuata, è una società che fantastica l’onnipotenza. Felice viene da felix che significa felice ma anche fecondo: vogliamo questo per il nostro mondo! E’ importante recuperare un’antropologia adeguata ed essere una presenza attiva nella nostra società. Dobbiamo farlo per i nostri figli!!

Donatella Minguzzi

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.