02/07/2018

Il Timone passa a Bertocchi: «La navigazione continua»

A partire dal numero di luglio-agosto Lorenzo Bertocchi è il nuovo direttore del Timone, mensile di apologetica noto e apprezzato nonché presenza sempre più incisiva sul web e sui social. Classe 1973, Bertocchi prende il posto di Riccardo Cascioli, in un avvicendamento che si prospetta in una linea di continuità ma che, nel contempo, punta a infondere linfa nuova per poter rispondere in maniera sempre puntuale alle sfide che il presente pone innanzi.

ProVita ha contattato Lorenzo Bertocchi per un breve scambio di battute e per augurargli buon lavoro.

Bertocchi, una nuova responsabilità la attende. Quali saranno le sue principali azioni nell’immediato futuro?

Come ho scritto nel mio primo editoriale sul Timone di luglio-agosto, la navigazione continua. Proseguiamo quindi a navigare secondo una rotta ben consolidata e forte di quasi vent’anni di storia. Sono molto felice della fiducia che mi è stata data e spero di poter dare un contributo per rendere Il Timone sempre più interessante e attento alla realtà, nel solco di quell’apologetica che trova le sue origini nella parole dell’apostolo Pietro: «Essere sempre pronti a dare ragione della speranza che è in noi».

La linea del Timone è nota ai vostri lettori: con il suo arrivo vi saranno aspetti, o temi, sui quali si proverà a puntare maggiormente?

«Squadra che vince non si cambia», dice una massima calcistica. Ogni mese c’è una parte più legata all’attualità, un dossier, ed una parte di approfondimento storico, filosofico, teologico; poi ci sono le rubriche, tra cui voglio ricordare un nuovo spazio degli ex direttori, Gianpaolo Barra e Riccardo Cascioli, quindi quelle storiche di Rino Cammilleri e Vittorio Messori. Dal mio punto di vista direi che mi piacerebbe riuscire a far entrare Il Timone sempre più nel dibattito culturale e sociale per parlare a tutti, al di là delle etichette, e anche a chi non ha fede, ma è disposto ad ascoltare le ragioni che esprimiamo. Se poi dovessi indicare un desiderio personale, vorrei far conoscere Il Timone alle tante famiglie che cercano un orientamento nella società liquida in cui siamo chiamati a vivere. Peraltro, come diceva Giovanni Paolo II, o la fede si fa cultura, cioè diventa capace di generare un modo unico di stare al mondo, oppure non è fede pienamente vissuta. Per essere sempre più presenti abbiamo deciso di passare da 10 a 11 numeri all’anno, perciò da settembre ripartiamo con ancora più energia e un numero in più.

Da qualche mese Il Timone porta il suo contributo in maniera continuativa anche sul web, con news aggiornate quotidianamente. Il fronte della Buona Battaglia si allarga?

Da gennaio 2018 abbiamo rinnovato le pagine web della rivista. Oggi chi visita www.iltimone.org può conoscere gli abstract dei contenuti principali del numero del mese, acquistare la rivista cartacea o nel formato digitale e accedere alle news originali che vengono quotidianamente aggiornate grazie a una redazione ad hoc che si occupa solo di questo. Vi invito a frequentare il sito e i nostri social, inoltre stiamo pensando a un progetto per sviluppare una sezione video tutta made in Timone.

Il Timone si è spesso interessato di tematiche legate all’ambito bioetico, di temi cari anche a ProVita. Si proseguirà su questa strada?

Certamente, innanzitutto perché dobbiamo poter testimoniare la difesa della vita e della famiglia come perni fondanti e ineludibili per una convivenza sociale veramente umana. E questo, si badi, non è un fatto confessionale, ma di una ragione capace di riconoscere la realtà così com’è, senza ideologie a farle schermo. A questo poi dobbiamo aggiungere la testimonianza di cattolici che rifiutano la cultura dello scarto e sanno farsi largo grazie a una carità capace di rispondere alle sofferenze e al dolore delle persone. I temi della bioetica non esauriscono il nostro orizzonte, però sono un esempio di come Il Timone vuole presentarsi: senza farsi rinchiudere in sacrestia, ma capace di dire la sua anche nella piazza pubblica.

In conclusione: quanto valuta importante che vi sia una sinergia sempre maggiore tra testate che portano avanti la medesima linea di pensiero, seppure con le dovute caratterizzazioni?

È chiaro che si deve collaborare tra chi, ognuno con le sue peculiarità, si oppone alle mode del tempo e cerca di affermare la realtà delle cose che non passa. Penso dovremmo ispirarci a san Giustino, uno dei primi padri apologisti del II secolo. Rivolgendosi ai pagani che perseguitavano i cristiani, scriveva: «Ingiustificabile sarà in seguito la vostra azione dinanzi a Dio se, dopo aver conosciuto i fatti, non agirete secondo giustizia».

Grazie mille per il tempo che ci ha dedicato e un caro augurio di buon lavoro!

Giulia Tanel

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