17/10/2015

In lutto per la figlia: dal dolore, un insegnamento

Il 15 ottobre si è celebrata, in realtà senza grandi proclami, la Giornata mondiale della consapevolezza del lutto perinatale.

Ogni anno sono circa tre milioni in tutto il mondo i bambini che muoiono prima di venire alla luce o subito dopo il parto, numero che ovviamente non ricomprende tutte le creature che vengono uccise dall’aborto.

Nel ricordo di questa giornata e quale fonte di sostegno per tutti coloro che vivono, hanno vissuto o – ci auguriamo di no – vivranno questo drammatico lutto, raccontiamo oggi la splendida storia di Natalie Morgan e della sua bambina Eleanor Josephine, morta dopo 40 + 6 settimane di gestazione. Il titolo del racconto scritto dalla stessa Natalie è: “La mia dolce, dolce Eleonor Josephine è nata dormendo l’11 settembre”.

La sera del 10 settembre Natalie era andata a dormire sentendo la bambina scalciare, ma la mattina dopo si è svegliata con la certezza che vi fosse qualcosa che non andava. E infatti la bambina non viveva più, come confermano a lei e al marito i medici dell’ospedale.

Un paio di ore dopo – scrive Natalie – mi hanno indotto il parto. Mi hanno offerto un’epidurale, ma non potevo farla. Avevo bisogno di sentirlo. Avevo bisogno del dolore, dell’agonia, della tristezza, è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto. […] Poi finalmente dopo quelle ore infernali del travaglio, è stata messa sul mio petto: bellissima, ma senza vita. […] Abbiamo avuto modo di trascorrere 6 ore con lei. Abbiamo fatto centinaia di foto. […] L’abbiamo lavata, le abbiamo pettinato i capelli, l’abbiamo tenuta in braccio, l’abbiamo baciato e le abbiamo detto quanto l’abbiamo amata”.

Natalie Morgan ha tuttavia saputo trarre un grande insegnamento dal suo dolore. Un insegnamento che ha voluto condividere pubblicamente: “Voglio sottolineare che un bimbo nato morto è un bimbo che ha vissuto. So che è vero perché ho sentito mia figlia muoversi. L’ho sentita danzare. L’ho sentita vivere dentro di me. Può non aver mai respirato fuori dal mio grembo, ma è una persona che è esistita, che ha avuto importanza, che era ed è stata amata tantissimo”.

E ha voluto anche lanciare un appello a tutti i genitori che, sommersi dalla stanchezza e magari dalla frustrazione, vivono giornate (ma soprattutto, nottate!) difficili con i loro piccoli bambini: “Tutto quello che vi chiedo, quando avrete un momento buio con il vostro bambino, quando sarete fuori di voi e penserete di non poter andare avanti col dormire un’ora o due a notte, invece di pregare il vostro piccolo di poter dormire e di essere inghiottite nella frustrazione e nell’esaurimento, trovate la forza in voi per andare avanti, per dire una preghiera di gratitudine per il vostro bimbo, per quanto possa essere difficile in quel momento. E se volete dite anche una preghiera per me e tutte le altre mamme i cui bambini sono stati presi troppo presto”.

Essere genitori è il compito più difficile del mondo, ma è anche il più gratificante che ci sia!

Redazione

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