«Dietro l’apparente bontà dell’idea dell’uguaglianza di genere si nasconde l’obiettivo di distruggere le famiglie». È quanto emerge dalla lettera pastorale pubblicata dalla Conferenza episcopale slovacca e letta domenica scorsa in tutte le parrocchie del Paese. I vescovi sottolineano che «la famiglia è un’istituzione di Dio e che la disgregazione familiare deteriora la felicità umana. Chi ascolta il concetto di uguaglianza di genere pensa a qualcosa di positivo, nel quale uomini e donne hanno uguali diritti, invece non è così».
Nella lettera i vescovi mettono in guardia da coloro che sostengono una “cultura della morte”, i quali affermano che «un uomo non si sente più uomo, né una donna si sente donna e che il matrimonio non è l’unione di un uomo e di una donna benedetta da Dio». «Dio — affermano i vescovi — è colui che ci ha creati a sua immagine. Tale eliminazione dell’identità maschile o femminile e l’accettazione delle coppie omosessuali portano ad una grande confusione».
Inoltre, i presuli spiegano che sosterranno tutti quei «candidati che rifiutano la cultura della morte e promuovono leggi a tutela della famiglia e della vita». Al riguardo, hanno ricordato la marcia della vita svoltasi a Kosice lo scorso settembre, alla quale hanno preso parte più di 60.000 persone per difendere la loro convinzione che «la vita di ogni essere umano è preziosa e deve essere protetta senza riserve dal momento del concepimento fino alla morte naturale, che la fami glia basata sul matrimonio di un uomo e di una donna deve essere oggetto di speciale protezione e sostegno e che la cura dei bambini e la loro educazione sono responsabilità dei loro genitori. Così come Giuseppe e Maria fuggirono con Gesù per proteggerlo — conclude la lettera — anche noi dobbiamo fare di tutto per proteggere il sano sviluppo dei bambini dalla pericolosa ideologia di genere».
Fonte: Osservatore Romano
