25/02/2016

La magistratura e la dittatura del relativismo

La dittatura del relativismo è un dato di fatto e  la magistratura ha un ruolo da protagonista nell’imporla.

L’abolizione dell’articolo 5 della legge sulle unioni civili è stato un risultato reso possibile grazie all’impegno del popolo del Family Day. Bisogna però dire che, purtroppo, il loro sacrificio sembrerebbe destinato al fallimento e il perché lo spiega bene l’ex procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati, in una intervista rilasciata a repubblica il 23 febbraio 2016.

 “Se il legislatore si ritrae sulla stepchild adoption spetterà ai giudici decidere caso per caso, com’è stato fatto finora. I giudici faranno riferimento all’evoluzione interpretativa e ai principi dettati dalla Consulta e dalle Corti europee dei diritti e non si faranno di certo influenzare dalle ideologie personali”.

Lo avevamo già capito, ma ora abbiamo la certezza del fatto che non esistono più delle leggi, frutto dell’attività parlamentare, che i magistrati dovrebbero applicare, ma che, viceversa, sono loro stessi a orientare l’ “evoluzione interpretativa” delle leggi nella giusta direzione… con l’assicurazione, però, che le ideologie personali non hanno alcuno spazio di manovra nelle suddette “interpretazioni”.

Ecco il punto nodale. E’ sicuro il procuratore Bruti Liberati che i magistrati non siano preda di una qualche ideologia? E’ certo che il voler cancellare dalla vita delle persone, e dal corpo delle leggi, l’influenza dei dati biologici sia solo un’interpretazione evolutiva delle leggi priva di qualunque ideologia? Ci sia consentito di dubitarne.

Il binomio “natura e cultura” e la loro capacità di influenzare, in maniera diversa, la vita delle persone e il cammino dei popoli è vecchio quanto il mondo. Da sempre l’uomo si è dovuto confrontare con i dati di realtà inscritti nel suo patrimonio genetico, non modificabile, e con quanto invece è frutto dell’influenza culturale e ambientale che viceversa variano nel corso del tempo e dell’area geografica.

L’interpretazione evolutiva della magistratura sembra voler ignorare, nel caso specifico, la variabile natura, vale a dire la genetica, la biologia, l’anatomia, la fisiologia: la realtà corporea dell’essere umano che, teniamo a precisarlo, non cambia in base al variare dei giudici della Consulta e nemmeno in base al variare della conformazione del Parlamento.

Nell’era della scienza e della genetica, in cui ogni problema sembra risolvibile e a portata di mano, ecco che, all’improvviso, quando il tema diventa l’orientamento sessuale e l’identità di genere tutta la scienza e l’astro della genetica vengono magicamente oscurate e cancellate.

In nome di chi e di che cosa, ce lo può spiegare, dottor Bruti Liberati?

Se qualcuno pensa che la situazione attuale, in cui la magistratura prevarica la politica, sia un’anomalia pericolosa, deve ricredersi perché il dottor Bruti Liberati ci spiega che: “Da sempre i giudici, di fronte all’evoluzione dei rapporti sociali, sono chiamati a individuare la regola di diritto da applicare a situazioni che la legge, fino a quel momento, non aveva previsto. È normale che il legislatore non intervenga subito, ma attenda prudentemente l’evoluzione delle interpretazioni dei giuristi e le decisioni dei giudici”.

Capito? E’ normale che il legislatore attenda l’evoluzione delle interpretazione dei giuristi e poi adatti le leggi che usciranno dal parlamento. Naturalmente di quello che pensa la gran parte di quel popolo a cui le interpretazioni evolutive dei magistrati dovranno poi essere applicate non interessa niente a nessuno.

Papa Benedetto XVI ci aveva avvertito: la dittatura del relativismo è qui e ci sono molti magistrati che si adoperano per  imporla.

La Rosa Bianca

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