02/10/2017

La nuova tirannia e il Matrix progressista

In Spagna c’è uno scrittore che ci piace molto. Si chiama Juan Manuel De Prada. Nato nel 1970 nei Paesi Baschi, De Prada è apprezzato e tradotto nel nostro paese come romanziere. Mancano invece traduzioni, e non dev’essere casuale, dei suoi numerosi articoli di giornale pubblicati sul quotidiano ABC, dove De Prada difende le ragioni della Chiesa romana senza fare sconti all’agenda del radicalismo di massa (aborto, eutanasia, matrimonio “egualitario”, ecc.). Nel 2009 è uscita una sua raccolta di articoli intitolata La nueva tiranìa. El sentido común frente al Mátrix progre [La nuova tirannia. Il senso comune di fronte al Matrix progressista].

Un nuovo ordine politico mondiale il Matrix progressista

Certo sembra alquanto inopportuno parlare di «nuova tirannia» proprio nel tempo in cui la libertà viene esaltata oltre ogni misura. Ma De Prada invita a non farsi ingannare dalle false promesse di liberazione. Lo scrittore basco denuncia l’ascesa di un nuovo ordine politico, economico, culturale che, ispirandosi al celebre film dei fratelli Wachowski, battezza «Mátrix progre» («Matrix progressista»).

Il Matrix sembra ormai avere imposto una mentalità egemonica capace di omologare gli schieramenti politici sotto l’egida del politicamente corretto e di un pensiero unico edonistico-relativistico.

La minaccia del Matrix progressista è antropologica, ancor prima che ideologica. Sotto attacco infatti è la natura umana stessa. La “Matrice” si prefigge la costruzione di un uomo nuovo che consiste nella riduzione degli individui in una massa amorfa, indistinta e perciò facilmente plasmabile.

Il Matrix è un tiranno dal volto raffinato, ludico, seducente

La «nuova tirannia» non mostra più il volto dei “padri terribili” del Novecento. I truci dittatori del passato sono solo un ricordo. Il Matrix si presenta in veste chic, come una tirannide raffinata, dal volto umano, che vuol apparire ludica e amabile. La civiltà tecnologica permette l’adozione di strategie di dominio più diversificate e sofisticate; l’esercizio del potere non ha più bisogno di manifestazioni roboanti. Si potrebbe dire che ciò rende possibile una governance nello stile confidenziale e sussurrato del crooner. (1)

La Matrice ha oggi a disposizione mezzi assai più raffinati e chirurgici per portare a compimento il proprio lavoro di “mutilazione umana”.

Ciò avviene in primo luogo attraverso la pratica di «svincolamento» (désvinculación) dell’individuo. Si tratta di eliminare quella ricca trama di legami e appartenenze che danno spessore all’essere umano, rendendolo una persona unica e irripetibile, irriducibile agli schemi del potere.

Il Matrix abolisce la traditio e i corpi intermedi

«Ovviamente – scrive de Prada – la prima vittima di questo processo di svincolamento è l’educazione: tutte quelle discipline che ci propongono una spiegazione della nostra genealogia intellettuale e spirituale, fornendoci una spiegazione unitaria delle cose, sono espulse dai pianeti dell’insegnamento o condannate all’irrilevanza. La storia, la filosofia, il latino e, in generale, qualsiasi altra disciplina che postuli una forma di conoscenza basata sulla traditio (cioè sulla trasmissione del sapere da una generazione all’altra) sono gettate nell’armadio degli utensili inservibili. Si trasmette ai giovani la convinzione assurda di potersi ergere a «maestri di se stessi» e trasformare le loro convinzioni più contingenti e caotiche in una nuova forma di conoscenza. Privandoli di un criterio esplicativo della realtà, la nuova tirannia li condanna a sguazzare nell’incertezza e nella dispersione; privi di un criterio che permetta loro di comprendere la realtà, sono condannati ad arrendersi di fronte al guazzabuglio contraddittorio di impressioni che li bombarda, a lasciarsi trascinare dalla corrente precipitosa delle mode, dalla banalità e dall’inerzia». (2)

Neanche a dirlo, in cima alla lista degli organismi da “svincolare” si trova la famiglia.

Il Matrix è radicalmente materialista e nega la natura umana

Il secondo passo è la «fisiologizzazione» dell’uomo. Qui si tratta invece di eliminare la dimensione spirituale dell’uomo per trasformarlo in un bestione evoluto che aspira soltanto a soddisfare pulsioni animalesche nel più breve temo possibile.

La vera astuzia sta nell’aver mascherato questo progetto di abolizione dell’uomo sotto la bandiera della liberazione dell’uomo. Il Matrix infatti «ha esaltato l’uomo fino all’adorazione, dandogli l’opportunità di trasformare i propri interessi e i propri desideri in libertà e diritti, che però non sono più inerenti alla sua natura, ma diventano “gentili concessioni” di un potere che li consacra legalmente» (3). Tuttavia negando l’esistenza di una natura umana la «nuova tirannia» tramuta i diritti umani in costruzioni politiche relative alla congiuntura del momento, presentandosi poi come deus ex machina che graziosamente concede quel che ciascuno rivendica in forza di un’identità autodeterminata.

In questo modo gli individui sono resi totalmente dipendenti dal Matrix.

Libertà? Per niente. Sarà pure chic, ma sempre di tirannia parliamo.

Andreas Hofer

(1) Lo stile musicale noto come crooning nasce negli Stati Uniti dopo l’avvento del microfono. Questa nuova tecnologia permette al cantante di svincolarsi dall’impostazione vocale stentorea e squillante richiesta dalla necessità di raggiungere con chiarezza le ultime file dei teatri. La potenza vocale, grazie all’uso del microfono, si rivela un requisito meno indispensabile permettendo al cantante (crooner) l’utilizzo di una tecnica sussurrata.

(2) Juan Manuel De Prada, La nueva tiranía. El sentido común frente al Mátrix progre, LIbros libres, Madrid 2009, p. 21.

(3) Ivi, p. 13.


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