21/02/2018

L’industria del seme decolla: fatturati in rialzo

Cala la fertilità in Europa, decolla l’industria del seme.

Il settimanale L’Espresso dedica un servizio ai «Commercianti di sperma» e scrive che le banche del seme più grandi del mondo sono in Danimarca.

Ole Schou, il fondatore di una di queste, la Cryos International che ha iniziato la sua attività nel 1987, racconta: «Oggi serviamo più di 100 Paesi, abbiamo un sito web in 19 lingue, una sede anche negli Usa, ci avvaliamo della collaborazione di più di 700 donatori (anonimi e no) molto selezionati e vantiamo il più alto numero al mondo di gravidanze nate da donatori di seme». Considerazioni, queste, che oltre a rivelare il mercato milionario che si cela dietro il commercio del seme, sono impregnate del fumo tipico dei “portatori del progresso”, abituati a parlare utilizzando i termini tanto cari alle neolingua: su tutti, facendo credere alle persone che chi vende il suo seme sia un donatore altruista, piuttosto che un mero approfittatore. 

A rivolgersi alle banche del seme – continuiamo a leggere su L’Espresso – «sono coppie eterosessuali in lotta contro l’infertilità, coppie lesbiche che vogliono aggirare i limiti legislativi imposti dai loro Paesi all’inseminazione artificiale, ma anche tante donne single che desiderano diventare madri». Il tutto, naturalmente, senza alcun pensiero rispetto al bambino che da quel seme nascerà e che è scientemente stato programmato (i termini “generato” e “creato” appaiono francamente eccessivi, per una tecnica così asettica) per nascere orfano. 

La Cryos International permette scelte molto ampie: dall’etnia del donatore all’altezza, al colore degli occhi dei capelli. Pagando di più, i clienti possono selezionare l’intelligenza, la storia familiare, il livello d’istruzione, gli hobby di chi donerà il seme.

Un’altra banca danese, l’European Sperm Bank consente di «acquistare l’esclusiva su un donatore, selezionato in base a un test di compatibilità genetica fra lui e la futura madre. In questo modo la cliente sarà l’unica utilizzatrice del seme del donatore e potrà – se vuole – utilizzare più volte lo stesso seme per dare al primo figlio un fratellino (o una sorellina) che sia tale anche biologicamente».

Quello del seme è dunque un mercato complesso, in espansione, che non si pone limiti di sorta e che scinde in maniera sempre più netta la generazione dal rapporto tra le persone, di fatto annullando uno dei cardini del nostro essere umani: la relazionalità.

Un mercato, inoltre, che dovrebbe portare a interrogarsi su come mai sia calata tanto la fertilità, nelle coppie eterosessuali. Molti studi lo spiegano, quando dicono che è anche per colpa degli ormoni che le donne assumono con pillole contraccettive o abortive. E non dimentichiamo neanche gli effetti nel tempo dell’aborto...

Redazione


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