11/03/2016

“L’utero in affitto delegittima l’umano”. L’Elefantino torna a colpire

Si è scritto tanto, tantissimo, sull’utero in affitto.

Molte persone sono contrarie a questa pratica; altre non lo farebbero ma – in nome del relativismo globalizzato – non se la sentono di precludere ad altri la possibilità di diventare ‘genitori’ (?); altre ancora lo sostengono a spada tratta, in un misto tra interesse personale e falsa idea di altruismo.

Dicevamo, sull’utero in affitto si è detto e scritto tanto. Con una rapida ricerca sul nostro portale è possibile trovare articoli su articoli. Il materiale non manca di certo.

Mancava però la voce di Giuliano Ferrara, l’Elefantino. Già direttore de Il Foglio, Ferrara è apprezzato per la sua lucidità di pensiero che lo porta – su base puramente razionale, da “ateo devoto” come ama definirsi – a essere assolutamente contrario all’aborto e sostenitore della famiglia naturale, in opposizione a unioni civili e divorzio.

Ebbene, il giorno seguente alla cosiddetta ‘Festa della donna’, l’Elefantino ha pubblicato proprio su Il Foglio un articolo dal titolo: “I finti paladini del corpo delle donne“.

Pungente come di consueto, Ferrara avanza un ragionamento stringente per poi bacchettare tutti e spingere alla coerenza. Perché, sostiene, l’utero in affitto è solamente l’ultimo di tutta una serie di pratiche svilenti per l’intera umanità.

embrioni_eterologa_dialogo_utero-in-affittoL’utero in affitto non va bene, delegittima l’umano nella filiazione, nella maternità biologica, nella paternità onanistica, nella concezione in vitro o tecnica (scusate se è poco). Qualcosa vorrà dire, perché l’ho scritto, e non sono il solo a pensarlo. Ma non direi questa sciocchezza se non ne pensassi anche altre: che gli anticoncezionali non sono una bandiera e che non devono essere il primo passo dell’educazione alla sessualità (parola vagamente ripugnante) nelle scuole, che l’aborto come anticoncezionale ordinario o come diritto umano femminile è una pena di morte senza processo e una procedura liberante sopra tutto per i maschi, che il divorzio moltiplica il matrimonio per enne volte e lo distrugge per sempre senza negarlo (il contrario del matrimonio è il non matrimonio, non il divorzio), che la fecondazione artificiale va bene forse per le mucche Simmenthal ma non per i bambini, che l’eugenetica oggi in pieno dispiegamento fa strage di libertà e di diversità eccetera. Quasi tutti coloro che si agitano contro l’utero in affitto non suffragano anche con questi argomenti o similari la loro posizione. Se ne guardano bene, non pensano queste cose, nemmeno sono sfiorati da un dubbio problematico nel merito di ciò che eventualmente significhino. Quasi tutti dicono che non va bene l’aspetto di contratto commerciale della cosa (giusto), la schiavizzazione della donna (giusto), l’esperimento egoistico fatto con l’uso strumentale del suo corpo (giusto), il corpo femminile sfruttato e ridotto a sfornare una merce per altri, i committenti (giusto). Ma nessuno fa lo sforzo di capire una cosa evidente, che l’utero in affitto è l’ultimo approdo di una galoppata nell’indicibile, cioè nel fattibile tecnico diventato diritto, dunque moralmente ammissibile. Questi quasi tutti sanno benissimo che la teoria del piano inclinato è impeccabile, perché se apri la porta alla famiglia senza il crisma del matrimonio e dell’amore unitivo e procreativo, inevitabilmente ti ritrovi, dati i progressi della bioingegneria, di fronte al problema della fabbrica dei bambini. Dove si può, come si può: dunque con il contributo decisivo, a favore di gay maschi nei casi di coppie omosessuali, di una donna oggettivata e deresponsabilizzata nella sua corporeità, come soggetto contrattuale neutro di fronte alla natività umana o filiazione, parodie dell’Incarnazione e della sua altissima metafora carnale e spirituale“.

E chiude con un appello, Ferrara. Un appello a chi ha dubbi razionali sulle nuove forme di ‘progresso’, a far sentire la propria voce. E un appello ai “perdigiorno del progressismo e della gnagnera” a essere coerenti: non si può essere contrari – sostiene infatti – all’utero in affitto ma avere, nel contempo, una posizione anticoncezionista, antinativista, abortista, scientista ed eugenetica. E’ tutto collegato, in fondo.

Certe questioni non sono negoziabili, parola di Elefantino.

Redazione

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