09/10/2018

Medicina e umanità: il chirurgo opera l’orsacchiotto

Il mondo della medicina dovrebbe essere fondato, oltre che sulle competenze scientifiche, sull’umanità dei professionisti del settore, sulla loro capacità di essere empatici con i pazienti che si trovano di fronte. Oggi questo è una rarità: salvo qualche eccezione, infatti, la medicina è asettica, impersonale, a “catena di montaggio”, volta al materialismo e all’utilitarismo. E a pagarne le spese è l’intera società che, anche in virtù di questo, ha una concezione quasi esclusivamente negativa della sofferenza e della malattia.

Tuttavia qualcuno che si discosta da questo modello c’è. Probabilmente lo abbiamo anche sperimentato personalmente, oppure abbiamo letto qualche notizia di “medicina buona” sul web: pediatri che fanno divertire i bambini per far pesare loro meno una puntura, ginecologi che ballano con le donne per favorire il travaglio... o medici che operano l’orsacchiotto di un bambino di 8 anni che sta per essere sottoposto a un intervento.

È questo il caso che è rimbalzato su moltissimi portali del mondo in questi giorni: il neurochirurgo Daniel McNeely, dell’IWK Health Centre di Halifax, ha accontentato il piccolo Jackson McKie, spaventato dall’operazione per idrocefalo cui doveva essere sottoposto, operando anche il suo orsacchiotto di nome Little Baby. Un gesto simpatico, che avrà fatto storcere il naso a chi pensa che ogni minuto debba essere volto al profitto economico, ma che ha anche intenerito il mondo, appunto perché non più così scontato.

A rendere la notizia pubblica è stato lo stesso neurochirurgo, che ha così inaugurato il suo profilo Twitter e ha incontrato il plauso degli utenti del social.

medico_medicina_orsacchiotto_bambino

A Little Baby, scrive l’Ansa, «è stato diagnosticato uno strappo in corrispondenza dell’ascella, che è stato ricucito subito dopo che l’operazione del bambino era stata conclusa, “assicurandosi” che il peluche avesse ossigeno con una maschera e monitorando gli organi vitali».

L’operazione di Jackson è andata bene. E soprattutto il bambino si è svegliato tutto contento nel suo letto d’ospedale, abbracciato al suo orsacchiotto (che lo accompagna dalla nascita), anche lui “convalescente”. La medicina può essere, e dovrebbe essere, anche questo.

Teresa Moro

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