22/05/2019

"Mostrami l’amore", il progetto Pioneer. Ne parla Gabriele Di Marco, piscologo ed educatore

Mostrami l’amore” è un progetto di cinque sussidi per aiutare genitori, educatori e ragazzi a dialogare sul tema della sessualità e affettività in modo positivo ed efficace, creato dal Progetto Piooner. Domenica26 maggio, a Roma, ci sarà un’evento di presentazione dei primi due sussidi del progetto dove interverranno, oltre agli autori, il Prof. Tonino Cantelmi e il Prof. Giampaolo Nicolais. L’appuntamento è per domenica 26 maggio 2019, ore 19:00, sala Horti Balbinae, Piazza Santa Balbina 8. L’ingresso è libero me è richiesta la prenotazione all’indirizzo: [email protected]

Abbiamo incontrato Gabriele Di Marco, psicologo clinico ed educatore, marito e padre, socio fondatore di Progetto Piooner, per il quale svolge attività clinica, di ricerca e formazione, per farci anticipare il progetto.

 “;Mostrami L’amore”. Che significa?

«Il nome del progetto è tratto da una scena del film Lo chiamavano Jeeg Robot: mostrami l’amore è infatti la richiesta che Enzo fa ad Alessia dopo che tra i due protagonisti si è consumato un rapporto sessuale brutale e violento. Ciò che Enzo sa della sessualità lo ha imparato guardando video porno, poco conosce invece di una sessualità vissuta nell’amore dolce, compassionevole e protettivo nei confronti dell’altro. La stessa richiesta è quella dei tanti giovani che oggi chiedono a noi adulti (perché lo fanno se ci mettiamo ad ascoltarli veramente) di mostrare loro una realtà dell’amore diversa da quella proposta quotidianamente dalla società nella quale vivono».

Perchè questo progetto? Era proprio necessario?

«Il progetto nasce come risposta a questa richiesta e come supporto ai genitori, ai quali è affidato il compito di proteggere i propri figli e fornire risposte alle loro domande di senso. Se non lo facciamo noi, che abbiamo a cuore l’interesse e il bene dei nostri ragazzi, lo faranno le società che utilizzano la sessualità come mezzo per raggiungere i propri scopi di mercato. Non è infatti pensabile di riuscire nel tentativo di impedire che i più giovani, oltre una certa età, si imbattano in contenuti a sfondo sessuale: l’utilizzo sempre più diffuso di strumenti come gli smartphone aumenta moltissimo la possibilità di esposizione a immagini e video più o meno espliciti in tal senso. E ciò si verifica a età sempre più precoci interessando bambini anche molto piccoli. È necessario quindi svolgere un’azione educativa forte, responsabilizzando e informando i ragazzi su questo tema, sempre nel rispetto dei loro tempi di sviluppo e riconoscendo ai genitori il ruolo di primi educatori, funzione che se manca difficilmente può essere supplita da altri».

Siamo in una realtà ipersessualizzata, anzi “;pornificata” come dicono alcuni autori. Quanto incide questo sulle relazioni affettive dei nostri ragazzi? 

«Se analizziamo i dati relativi all’utilizzo di internet da parte dei minori ci si rende conto di quanto sia straordinariamente alta la percentuale di bambini ai quali viene data la possibilità, in età sempre più precoci, di utilizzare smartphones e computer e di avere, quindi, libero accesso ai contenuti della rete. D’altro canto i genitori non sempre hanno la possibilità o la volontà di sorvegliare i propri figli durante la navigazione e ciò rappresenta un fattore di rischio per un bambino e per un ragazzo che deve fare i conti con la proposta sempre crescente di contenuti e messaggi a sfondo sessuale. E non serve accedere ai siti pornografici, in effetti, per constatare come oggi la sessualità venga prevalentemente presentata in modo slegato dal rapporto interpersonale, affettivo, evulsa dalla dimensione umana dell’amore reciproco, un amore che si dona certamente anche, ma non solo, attraverso il corpo. Non ci riferiamo solo a internet: nei programmi televisivi, attraverso la musica, nei videogiochi, nella pubblicità, nella moda, tramite le app che ogni giorno scarichiamo sui nostri smartphones. Ormai ovunque si fa leva sul corpo ridotto a oggetto di piacere o come mezzo per piacere, per ottenere visibilità, a volte come distorto tentativo di rispondere al desiderio e al bisogno profondo di amore e di relazione di ogni essere umano.
I nostri sensi sono sotto un bombardamento costante di stimoli sessuali. Se ciò rappresenta un problema per un adulto la cui personalità è ormai strutturata, come dimostra la letteratura scientifica, ancora di più lo è per i bambini, poiché privi di strumenti critici e morali e la cui struttura cerebrale è ancora in fase di maturazione e di crescita. Una sempre più precoce e intensa stimolazione di questo tipo porta a conseguenze psicologiche e relazionali su più livelli: bassa autostima e vergogna per il proprio corpo legati al continuo confronto con i modelli di bellezza proposti; dismorfofobie; disturbi e problemi dell’alimentazione; ansia e paura di mostrarsi agli altri; considerazione del corpo dell’altro slegato dalla sua dimensione personale; dipendenze e disturbi sessuali; atteggiamenti sessisti».

“Progetto Piooner” mette insieme diverse professionalità, a servizio dell’educazione, a servizio dei genitori travolti da questo che ci hai appena raccontato. Anche il vostro nome è un nome particolare. La vostra missione?

«Siamo un’associazione di promozione sociale che dal 2014 è attiva su tutto il territorio nazionale per promuovere il benessere della persona umana a partire dalla sua identità sessuata, quindi dalla bellezza delle specificità dell’essere maschile e femminile. Il nome dell’associazione, proprio per questo motivo, richiama quello della sonda spaziale Pioneer 10 che venne inviata dalla Nasa a esplorare lo spazio. La sonda Pioneer portava con sé una placca di metallo sulla quale erano incise le informazioni necessarie per risalire alla sua origine nel caso in cui forme di vita extraterrestri l’avessero incontrata nel corso del suo viaggio. Tra queste informazioni vi erano raffigurate la forma di un uomo con la mano alzata in segno di pace e quella di una donna. Questa placca è il nostro biglietto da visita perché parla di come siamo fatti, di chi siamo, mostrando la bellezza della nostra umanità.
Ci occupiamo di progetti educativi nelle scuole rivolti sia a studenti che a docenti, organizziamo incontri formativi per coloro che a vario titolo svolgono un ruolo educativo e sono attenti allo sviluppo affettivo-sessuale della persona, lavoriamo nelle carceri, produciamo libri e materiale educativo, organizziamo convegni e altro ancora. Tutto ciò a partire da due premesse fondamentali: il coinvolgimento dei genitori ai quali riconosciamo sempre il ruolo primario nell’educazione dei propri figli, e una base teorica solida e scientificamente valida che si declina in una metodologia che tiene conto dei contesti di riferimento nei quali operiamo e dell’età evolutiva dei partecipanti ai nostri progetti».

Tornando a “Mostrami l’Amore”, cosa può dirci dei 5 sussidi?

«Sono dei testi divulgativi per aiutare genitori, educatori e ragazzi a dialogare sul tema dell’affettività e della sessualità in modo positivo e affrontare la pervasività dei contenuti pornografici in modo responsabile, cautelante ed efficace. La loro realizzazione è stata sostenuta da una campagna di raccolta fondi alla quale hanno generosamente partecipato donatori da tutta Italia, segno che molti sono consapevoli della necessità e dell’urgenza di adoperarsi per difendere i più piccoli dalla piaga della pornografia e di una sessualità distorta. Sono così nati 100.000 Baci, Chi SiAmo: un viaggio alla scoperta dell’adolescenza, Sicuri alla scoperta della rete, FiltriAmo e Mostrami cosa posso fare. Se volete saperne di più, vi aspettiamo domenica 26 maggio 2019, ore 19:00, sala Horti Balbinae, Piazza Santa Balbina 8. L’ingresso è libero me è richiesta la prenotazione all’indirizzo: [email protected]!».

Maria Rachele Ruiu

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